
Al museo una sala su reperti partigiani
All’interno del Museo LabOrantes del Castello Manservisi, complesso monumentale nel comune di Alto Reno Terme, è stata allestita una nuova sala con fotografie e reperti che ricordano quanto la popolazione del borgo di Castelluccio si sia spesa per liberarsi nell’invasore nazifascista. La tradizione orale dei racconti relativi alla Linea Gotica e alla Resistenza messa in atto dai partigiani in collaborazione con le forze alleate non si è spenta sebbene siano ormai trascorsi ottanta anni e il tema è ancora così sentito nelle valli del medio e alto Reno che più di un centinaio di persone sabato hanno partecipato all’inaugurazione di questo nuovo spazio.
Il taglio del nastro è stato effettuato dal sindaco di Alto Reno Terme Giuseppe Nanni insieme all’assessore regionale alle Politiche della Montagna Igor Taruffi e durante la giornata è stato presentato il nuovo libro scritto da Pier Giorgio Ardeni sulle formazione partigiane della montagna. L’eccidio di Castelluccio avvenne il 12 agosto del 1944. Il 3 agosto di quell’anno, le truppe statunitensi organizzarono un lancio di armi destinate alle formazioni partigiane dell’Appennino. I tedeschi vennero a sapere che la missione è stata completata con successo e, con l’aiuto di una guardia forestale, l’11 agosto giunsero sul posto, trovando le armi e arrestando cinque persone. Tre di esse erano partigiani della brigata "Matteotti Montagna" di ritorno da Montefiorino: Lino Degli Esposti, Amos Menzani e il francese Henri Paul Moscard. I nazisti imposero ai prigionieri di caricare le armi sui muli di due butteri della zona. Sotto scorta armata furono condotti a Castelluccio e rinchiusi nelle scuole elementari del paese. Il mattino successivo furono tutti fucilati accanto al cimitero e i cadaveri abbandonati sulla strada. I militari, con il loro bottino di armi e animali, ritornarono alla loro base di Granaglione.
Fino a metà agosto nelle strutture adiacenti del Museo LabOrantes, sempre all’interno del castello saranno presenti nove mostre d’arte visitabili gratuitamente negli orari di apertura. Tra queste si segnalano le illustrazioni di Rocco Lombardi, i disegni e le sculture di Andrea Capucci, i dipinti di Faber, gli acquerelli di Clelia Colombini e di Adelfo Cecchelli, le opere di Mauro Nativi e i dipinti di Luigi Mazzeo. Dal 30 luglio torneranno anche gli Scalpellini della Valle del Reno per la seconda edizione della loro opera scultorea.
Massimo Selleri