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"Agricoltura, necessari fondi e innovazione"
L’agricoltura bolognese, messa in ginocchio dall’alluvione, "riparte solo se si chiarisce immediatamente come le aziende riceveranno i ristori per andare avanti". Lo afferma Guglielmo Garagnani (foto), presidente di Confagricoltura Bologna. A chi ha subito danni "occorre denaro veloce". Senza questa certezza, "molte aziende agricole dovranno chiudere". Garagnani interviene al convegno nazionale, organizzato da Confagricoltura all’Opificio Golinelli – con esponenti del mondo amministrativo, politico, della ricerca e dell’università, fra cui il viceministro Galeazzo Bignami, l’assessore Daniele Ara, il rettore Giovanni Molari – dal tema ‘Il futuro dell’Agricoltura: innovazione, biotecnologie e infrastrutture’, incentrato sulle strategie che l’agricoltura deve seguire dopo l’alluvione che ha colpito il nostro territorio.
Fra queste strategie Garagnani indica l’utilizzo di nuovi strumenti e di una nuova programmazione: le Tea (Tecniche di evoluzione assistita) e un miglioramento delle infrastrutture fisiche, digitali e della conoscenza.
Sono questi i nuovi strumenti di cui il settore primario ha bisogno "per fare fronte agli effetti dei cambiamenti climatici e per incrementare la competitività del sistema agroalimentare".
Dopo le alluvioni di maggio, che anche nel Bolognese hanno distrutto il territorio e messo a soqquadro intere produzioni, gli agricoltori chiedono "di non essere lasciati soli, ma soprattutto di avere gli strumenti per difendere la produzione alimentare anche nel futuro"".
Come le Tea, "che a breve potranno essere finalmente testate in campo, e che possono essere una risposta per avere piante naturalmente più resistenti, capaci di crescere con poca acqua, con il caldo, e di essere produttive minimizzando l’impiego della chimica".
Ora si deve ricostruire, "possibilmente meglio, garantendo non solo la viabilità stradale, ferroviaria e aeroportuale per far muovere le merci sui mercati nazionali e internazionali, oltre che per far arrivare sul territorio i turisti; ma al settore primario servono anche autostrade digitali e infrastrutture per la ricerca scientifica".