
Il regista De Stefano oggi al Modernissimo presenta ’Ago’, film documentario sul campione di motociclismo, che sarà presente
Non è stato solo uno dei più grandi piloti nella storia del motociclismo, ma anche uno dei simboli dell’Italia degli anni Sessanta e Settanta. Con questa idea in mente nasce ’Ago’, film documentario su Giacomo Agostini di Giangiacomo De Stefano, regista bolognese d’adozione che qui ha fondato la sua Sonne Film. Visibile oggi alle 19,45 al Modernissimo, ci saranno a presentarlo il regista, Giacomo Agostini e Claudio Costa, medico noto al grande pubblico come ’dottorcosta’ e fondatore della Clinica Mobile.
De Stefano, quali sono le premesse per il film su Agostini?
"Ho da subito pensato a dare una statura a questo personaggio, che per me è paragonabile nel calcio a Maradona e Pelè, nella boxe a Muhammad Alì, nel basket a Michael Jordan. Giacomo Agostini è questo per il motociclismo. L’idea di fare un film nasce dal mio co-autore Giorgio Bungaro, giornalista amico di Giacomo che ha permesso il primo incontro con questa icona dello sport".
Riconoscimenti e personalità di spessore, quanto le due cose pesano sulla narrazione di Agostini?
"I grandissimi dello sport portano con sé il nostro vissuto collettivo che è più importante delle imprese. Poi mi sono posto una questione che ho superato. Le storie che io racconto, quando faccio documentari o film, sono sempre storie di imperfezione, legate a vicende drammatiche con una trama in cui c’è sempre qualcosa che non torna. Agostini aveva un piccolo difetto, è stato un vincente, è stato perfetto, meticoloso, ma mi ha aiutato la constatazione che tutto attorno, invece, c’erano drammi, problemi, perché correva in un mondo dove le moto non erano sicure, le tute o i caschi pure, si moriva facilmente. Quindi lui è anche un sopravvissuto che ha superato un periodo eroico ma allo stesso tempo drammatico delle corse".
Che immagini vediamo?
"C’è una parte inedita dell’inizio della sua carriera, immagini che si uniscono alla sua vita oggi, con un lavoro di ricerca fotografica e di ricostruzioni simboliche di lui giovane interpretate dal figlio Piergiacomo. Il senso del documentario è raccontare il significato di Agostini, la sua vicenda umana. Va ricordato che è stato un personaggio mondano quando era un corridore".
Anche un bellissimo uomo e un playboy.
"Ha recitato in tre film, ha fatto i fotoromanzi e questo in particolare lo racconta Gianni Morandi, cui abbiamo chiesto un intervento proprio per far capire quanto negli Anni ’60-70 Agostini fosse popolare. Si è anche lamentato che quel lato di conquistatore seriale l’abbiamo raccontato ma non abbastanza. Era molto amico di Alain Delon e ha vissuto quel tipo di ribalta".
La presentazione di questa sera riporterà alla mente anche il legame di Agostini con la città.
"Sì perché lui la prima gara importante l’ha vinta a Bologna. Era la Bologna-San Luca e gli permise di diventare pilota ufficiale della Moto Morini. Giacomo è famoso per essere stato un campione prima con la MV Agusta con cui ha vinto tutti i mondiali e la Yamaha, ma la vittoria più importante rimane quella".
Benedetta Cucci