Aggressione su un treno regionale. Capotreno massacrato di botte

Setto nasale rotto a pugni. Il picchiatore è riuscito. a scappare prima dell’arrivo. delle forze dell’ordine.

Aggressione su un treno regionale. Capotreno massacrato di botte

Nell’immagine di archivio, un treno locale: l’ennesima aggressione è avvenuta ieri pomeriggio nei pressi della stazione di Crevalcore

Un capotreno preso a pugni e finito al pronto soccorso con il setto nasale rotto. La Fit Cisl dell’Emilia-Romagna segnala "l’ennesima aggressione" ai danni del personale viaggiante, raccontando che l’episodio si è verificato ieri pomeriggio a bordo del treno 3962 nei pressi della stazione di Crevalcore. "Stavolta a farne le spese è stato un lavoratore del trasporto regionale di Trenitalia Tper, colpito in faccia e in altre varie parti del corpo – scrive il sindacato in una nota – dai pugni sferrati da un passeggero presumibilmente senza biglietto, tanto da riportare la rottura del setto nasale e altre serie contusioni. L’autore del folle gesto è al momento riuscito a sfuggire alle forze dell’ordine, che tuttavia stanno prontamente visionando le telecamere per individuarlo".

Questo ulteriore "gravissimo episodio – dichiara il segretario della Fit, Aldo Cosenza – si somma alle decine di casi analoghi avvenuti in regione negli ultimi mesi, un’escalation di violenza che un Paese civile non può in alcun modo accettare. Nell’esprimere solidarietà al collega vigliaccamente colpito, ancora una volta chiediamo un intervento serio e urgente da parte di imprese di trasporto, forze dell’ordine, Regione Emilia-Romagna e prefetture del territorio a tutela sia dei lavoratori del settore sia degli utenti del trasporto pubblico locale. Porre un freno al fenomeno delle aggressioni è una necessità, è tempo che ognuno si assuma le proprie responsabilità".

In particolare, secondo il sindacato "la vera, grande soluzione per il problema delle aggressioni deve riguardare l’accesso alle infrastrutture. Non ci stancheremo mai di chiederlo a tutte le parti in causa, vale a dire Rfi, Regione e aziende: accedere ai binari delle stazioni e quindi salire sul treno deve essere consentito solo a chi ha in mano il biglietto", afferma Cosenza. In più "chiediamo che venga rafforzato il presidio di Fs Security per l’Emilia-Romagna. Otto aggressioni su dieci non ci sarebbero più. Di conseguenza bisogna istallare i tornelli, ma non basta – continua il segretario della Fit regionale –: servono anche porte che si aprono solo se si inserisce il codice del biglietto e serve più personale della security aziendale a bordo treno". La situazione "non è solo disperata ma addirittura grottesca, ancora una volta – sottolinea Cosenza – siamo nel pieno dell’emergenza. Capitreno e tutto il personale delle stazioni sono terrorizzati e scoraggiati, oltre il limite della sopportazione. Un treno, così come una stazione, è e deve essere per i ferrovieri semplicemente un posto di lavoro e non un campo di battaglia".