È stato presentato ieri il Report sociale di Ageop, realizzato da Kilowatt, volto a prendere in esame lo sviluppo e le trasformazioni dell’associazione tra 2014 e 2019. L’obiettivo di questa analisi non si è limitato solo a constatare i traguardi raggiunti e il lavoro svolto in difesa dei diritti dei bambini oncologici e delle loro famiglie, ma è stato incentrato anche sul valutare le sfide future e le metodologie adatte per continuare a garantire il benessere dei piccoli pazienti. L’impegno di Ageop è riuscito a rivelarsi più che costante: negli anni presi in esame sono state contate ben 482 famiglie ospitate – di cui 341 straniere ed in difficoltà economica – fornendo loro continua assistenza. Ma non solo: sono state 558 le iniziative ricreative organizzate (che hanno coinvolto circa 1800 persone tra bambini e famiglie) mentre i volontari sono passati da 165 a 276, per la cui formazione sono stati programmati 68 corsi. Sforzi, questi, compiuti per migliorare un’assistenza che da anni pone al centro i bambini malati di tumore e che, grazie al report, continuerà a rispondere alle loro esigenze avvalendosi delle tecniche più adatte. E sebbene i risultati siano stati più che incoraggianti, l’analisi non è stata interpretata come un punto di arrivo, bensì di partenza.
"Sono stati anni di profonda trasformazione, non solo di Ageop ma anche del contesto socio-sanitario in cui operiamo. Volevamo chiederci se questo cambiamento aveva realmente prodotto quel benessere che ci eravamo auspicati e capire anche quello che noi non eravamo stati in grado di cogliere – ha sottolineato Francesca Testoni, direttrice generale Ageop –. Dal report si evince infatti una nostra timidezza nell’approcciarci alle istituzioni e nel proporci come co-progettatori di visioni future. Dobbiamo rivendicare questo ruolo nei prossimi anni: non siamo né medici, né amministratori ma possiamo portare il nostro punto di vista con pari dignità per combattere le battaglie dei diritti dei minori, come l’accesso alle cure".
Giorgia De Cupertinis