Bologna, 17 agosto 2024 – Un Ferragosto del terrore (video) che rimarrà indelebile nella mente e nel cuore di coloro che volevano passare solo una bella vacanza in un mare splendido. "Un disastro. Un pezzo di vita se n’è andato, ma siamo salvi. Anche nella disperazione del momento abbiamo sempre mantenuto una grande lucidità; ciò ci ha senz’altro aiutato".
Così racconta Monica Magli, membro della nota famiglia bolognese Magli e nipote del fondatore del calzaturificio ‘Bruno Magli’, brand noto in tutto il mondo che nel 2001 è passato al fondo ‘Opera’.
Monica Magli è ancora sotto shock dopo il naufragio (foto) della barca su cui viaggiava, avvenuto giovedì mattina verso le 6,30 al largo della punta di Senetosa, nella Corsica del sud. Lo yacht di nome ‘Manta’ dei cantieri Canados, con 11 persone a bordo, di 27 metri, ha urtato uno scoglio non segnalato nel GPS, il sistema satellitare che tutti i naviganti seguono, e in pochissimi minuti l’imbarcazione ha cominciato ad imbarcare acqua. Monica Magli ed il marito Alberto Zucchini Affronti erano a fianco del comandante quando, quest’ultimo, ha visto lo scoglio e lo ha segnalato; il comandante ha sterzato prontamente, purtroppo però l’urto è avvenuto lo stesso.
Segnalata la posizione, si è capito immediatamente che la situazione si aggravava sempre più. Il figlio della coppia, Gregorio, dormiva nella cuccetta e l’amico Niccolò era invece sopra, perché i ragazzi si apprestavano a scendere in Corsica dopo poche ore per continuare le vacanze. Il grande rumore dell’urto ha fatto sì che i quattro ospiti e la figlia Viola, così come si trovavano, ossia con i pigiami e le camicie da notte, si mettessero i salvagenti pensando solo a salvarsi, perché già tutti pavimenti erano bagnati e le cuccette piene di acqua. Le tre persone dell’equipaggio e tutti senza discriminazioni di ruoli hanno aperto le zattere e vi sono saliti, aspettando i soccorsi. Quando sono arrivati lo yacht era già mezzo sommerso dall’acqua.
Una barca a vela è stata la prima a rispondere al Mayday, ma anche lei ha trovato delle difficoltà, dati gli scogli a pelo d’acqua, e non ha potuto soccorrerli. Dopo è arrivato uno skipper di un catamarano che era abbastanza vicino a loro e finalmente si sono sentiti sicuri. Moltissimi sono stati gli aiuti in particolare quelli di un’Associazione di volontari che si occupano di questi recuperi. Per fortuna i passeggeri erano tutti illesi, tranne Alberto Zucchini che si è rotto un dito del piede. Questa Associazione era organizzatissima, fornita di soccorsi anche medico-infermieristici. "È la quinta barca che affonda, in poco tempo, in questo preciso luogo dove è successo anche a noi. Ora io mi chiedo, ma perché non segnalare questi scogli nel GPS – si chiede Monica Magli –? Sulle carte che ormai non guarda più nessuno sono segnalati. Ma allora questa tecnologia a cosa serve? Per fortuna che abbiamo tutti, anche i miei figli, mantenuto una certa fermezza di nervi, ma è stato tutto terribile, specie ora che mi rendo conto bene di quello che ho passato. Con questa barca ho perso tutte le cose alle quali ero affezionatissima. L’aveva acquistata mio padre Morris e tutto mi ricordava lui".
Nella disperazione più assoluta è la mamma di Monica, Rita Magli che, per la sua barca, nutriva una passione fortissima. E racconta: "Era stata acquistata assieme a mio marito Morris; la curavamo in ogni aspetto sia tecnico che di abbellimento. Anche dopo la sua morte, io la tenevo benissimo perché lui avrebbe voluto così. Con questo naufragio è morta una parte di me, una parte molto importante della mia vita. Tutti i ricordi, gli oggetti comperati insieme se ne sono andati in un attimo! Quando la vita ti presenta questi conti, e non sei più forte come eri da giovane, è durissima! Per fortuna che non ci sono state vittime".