Bologna, 22 agosto 2020 - L’emergenza affitti è una realtà presentissima agli studenti fuorisede dell’Università di Bologna, matricole e non, come raccontato ieri dal Carlino. Ma alcuni strumenti a loro disposizione – il bando in arrivo a settembre per ottenere 100 euro di contributo sull’affitto per dieci mesi, riservato a 600 studenti; il canone calmierato concordato con il Comune, che porterebbe uno sconto di 100 euro al mese sui 447 medi che si pagano per una stanza; i 1.600 alloggi Er.go (l’azienda regionale per il diritto agli studi superiori), per citarne alcuni – sembra siano troppo spesso sconosciuti. Non sarebbero forse del tutto risolutivi nella sfrenata caccia all’alloggio ideale, certo: ma aiuterebbero. Affitti studenti Bologna, in città non si trovano case libere - Truffa dell’affitto a Bologna: "Così ho perso 1.300 euro"
Professor Federico Condello, cosa ne pensa?
"Condivido la sensazione di scarsa conoscenza dei ragazzi sulle loro opportunità e diritti – risponde il Delegato per le Studentesse e gli studenti dell’Ateneo –, ma faccio un mea culpa: la comunicazione da parte dell’Università è evidentemente inefficace. Perciò tra gli obiettivi futuri c’è quello di migliorarla. Anche se certe situazioni raccontate nell’articolo di ieri, fanno andare in bestia...".
Si riferisce al fatto che alcuni proprietari non accettino matricole o studenti di determinate facoltà?
"I bolognesi dovrebbero ricordarsi che agire contro gli studenti significa agire contro la loro città e il suo futuro. Contrastando l’arrivo dei fuorisede, si ostacola la permanenza dell’ampia percentuale che resterà poi a lavorare e vivere qui, i cittadini di domani. Non solo".
Dica.
"È stato stimato che la comunità studentesca porta alla città introiti per due milioni e mezzo al giorno e che ogni 14 studenti si crei un posto di lavoro. Gli iscritti sono 90mila, fare i conti è semplice. Spero che chi nega alloggi ai ragazzi sia una minima parte ’cattiva’ della città, e che il vero dna di Bologna, quello ospitale, riemerga in fretta".
Come incentivarlo?
"È allo studio dell’ateneo uno strumento di interfaccia attiva più efficace tra studenti e proprietari di domanda e offerta di alloggi in affitto, per sottrarre i ragazzi alle ’bacheche selvagge’ dei social. Non è facile e non basterà a risolvere il problema, ma permetterà di ridurre il caos delle offerte sregolate e a dare più garanzie a studenti e ai proprietari. A Bologna di appartamenti sfitti ce ne sono: il mese scorso Acli ne contava 1.100. Perché non affidarli a studenti?".
I proprietari non si fidano?
"Servono campagne per creare una cultura di fiducia gli studenti. C’è chi preferisce trasformare il proprio alloggio in b&b, fenomeno che, seppure a Bologna non sia diffuso quanto in altre città turistiche e universitarie, crea ostacoli agli studenti. Cui, secondo un sondaggio di HousingBo, vengono riservati gli appartamenti di qualità inferiore, con una media di soddisfazione dei ragazzi che sfiora a malapena la sufficienza".
Come migliorare la comunicazione con i ragazzi sulle opzioni a loro riservate, allora?
"Abbiamo un contatto diretto con i singoli studenti, al momento dell’iscrizione: in quella fase si possono dare loro le comunicazioni del caso. E come detto implementeremo l’interfaccia attiva di cui sopra: strumenti come la Vetrina alloggi di Er.go o ’Bussola’ non sono mai decollati, ci lavoreremo, e penseremo a soluzioni anche con Comune ed Er.go. Ma resta fondamentale la collaborazione dei cittadini: riconoscano il valore degli studenti e dei fuorisede, che sono la metà dei nostri iscritti".