REDAZIONE BOLOGNA

Bologna, passeggero muore d’infarto in aeroporto

L’uomo 68 anni si è sentito male al check-in. La Lega: “Le automediche di Bologna tutte occupate, è stata chiamata quella di Sasso”

Un uomo di 68 anni è morto oggi al Marconi

Un uomo di 68 anni è morto oggi al Marconi

Bologna, 25 marzo 2017 – Un uomo di 68 anni è morto questa mattina all’aeroporto Marconi. Il passeggero si trovava nella zona del check-in assieme ad alcuni parenti e stava per imbarcarsi su un volo per Instambul quando ha accusato problemi respiratori. L’uomo era affetto da una malattia molto grave.

L’allarme è stato lanciato alle 9,03. Il primo ad assisterlo, praticandogli il massaggio cardiaco, è stato l’addetto all’assistenza dei passeggeri a ridotta mobilità dell’aeroporto, che stava accompagnando il passeggero. «L’ambulanza del primo soccorso sanitario aeroportuale del 118 è giunta sul posto alle 9,11, ossia 8 minuti dopo l’attivazione da parte della Centrale operativa del 118 Emilia Est – spiega il comunicato dell’Ausl –. Gli operatori hanno attivato immediatamente il defibrillatore, che ha evidenziato un ritmo cardiaco non defibrillabile». Mentre gli infermieri continuavano le manovre rianimatorie, alle 9,35 è arrivata – 22 minuti dopo l’allerta – anche l’auto con il medico a bordo. Alle 9.27 è stato constatato il decesso. «Ai familiari del passeggero deceduto le più sentite condoglianze dell’Azienda e dell’Aeroporto Marconi di Bologna», scrive ancora l’Ausl.

«La Regione e l’assessore Venturi smettano di raccontare le favole della buona notte e facciano tutto quello che è nella loro possibilità per garantire la sicurezza di lavoratori e passeggeri dell’aeroporto Marconi di Bologna». Daniele Marchetti, consigliere regionale della Lega Nord, torna all’attacco sull’assenza di un medico per le emergenze in aeroporto e, più in generale, sulla querelle tra Ordine dei medici e Regione sul numero di mezzi di soccorso attivi in città.

«Purtroppo questa mattina – racconta Marchetti – in aeroporto si è verificata un’emergenza. E come tutti sanno che all’interno dello scalo bolognese non è più presente un medico. Così in un primo momento è stato così necessario attivare l’automedica che stazionava a Sasso Marconi, perché quelle bolognesi erano occupate. Poi la chiamata su cui stava per intervenire l’automedica attivata inizialmente, è stata deviata su un mezzo di Bologna che nel frattempo si era liberato. Morale della favola: con tutti questi passaggi, i minuti previsti per la legge non sono stati rispettati».

Sull’episodio il leghista depositerà un’interrogazione in Regione. «Se Venturi dice che va tutto bene, come mai si registrano queste situazioni? Non sarebbe il caso di rivedere tutto e fare finalmente funzionare il sistema? Caro assessore quello che lei ci racconta è una cosa, ma la realtà e un’altra. E la realtà parla di gravi carenze che dobbiamo immediatamente sanare».

Sulla drammatica vicenda sono intervenuti anche i sindacati medici Snami, Fimmg, Cimo e Fials, in una nota firmata dai quattro segretari (Roberto Pieralli, Fabio Vespa, Salvatore Lumia e Alfredo Sepe) chiedendo a Aeroporto e Ausl di Bologna di riportare subito il medico al Marconi, «per porre fine a questa incresciosa situazione. Non possiamo che rimarcare - proseguono -, come abbiamo gia più volte fatto dal 2015 ad oggi, che la demedicalizzazione del presidio aeroportuale, oltre contrastare con le disposizioni Enac, produce molteplici effetti negativi sull’assistenza e soccorso sanitario», sostengono i sindacati. Inoltre, l’assenza del medico al Marconi «distoglie i pochi mezzi medicalizzati cittadini dal soccorso ordinariamente previsto per la popolazione, a favore di interventi che avrebbero potuto trovare risposta anche all’interno del sedime aeroportuale».