Adescata sui social, rapita, portata in Italia per costringerla a prostituirsi e segregata in casa. Sembra la trama di un film, ma la vicenda è vera e ha avuto il suo epilogo (felice) a Casalecchio, con l’arresto di un venticinquenne rumeno per sequestro di persona, sfruttamento della prostituzione e tentata violenza sessuale.
Riavvolgiamo il nastro. Poco dopo le 16 di domenica scorsa, la centrale operativa dei carabinieri riceve una chiamata internazionale da parte di un uomo rumeno, ma residente in Austria, che chiede aiuto per liberare la cugina, una ragazza di 22 anni, anche lei rumena, segregata in un appartamento al quinto piano di una palazzina di Casalecchio. Una telefonata di difficile comprensione a causa della barriera linguistica, capace però di mettere subito in allerta i militari dell’Arma, che individuano la casa-prigione.
Immediato l’intervento degli uomini delle stazioni di Casalecchio e di Borgo Panigale, che trovano l’aguzzino intento a scappare mentre corre giù per le scale. Dopo averlo bloccato e ricondotto in casa, l’agghiacciante scoperta: la ragazza, seminuda e in visibile stato di choc, è segregata nell’abitazione, da dove però è riuscita a inviare un disperato messaggio di aiuto al cugino. Portata in caserma e con l’aiuto dell’interprete, la vittima ricostruisce la dinamica degli eventi, raccontando del diabolico piano studiato dall’uomo che l’ha rapita. La donna è arrivata in Italia sabato, accompagnata da tre uomini, tra cui il suo aguzzino, per incontrare un ragazzo conosciuto sui social. Ma la verità è un’altra: l’uomo vuole inserire la donna nel giro della prostituzione. Una trappola della quale la giovane si accorge immediatamente, provando a scappare.
A questo punto, il bruto dà sfogo a tutta la sua violenza: la rinchiude con la forza nell’appartamento, dopo averla picchiata e aver tentato anche di stuprarla. Un abuso che per fortuna non si consuma grazie all’arrivo dei carabinieri, che irrompono nella casa e bloccano il 25enne, poi portato nel carcere.
Le indagini hanno poi fatto emergere il profilo criminale del giovane rumeno, già noto alle forze dell’ordine: a febbraio 2022, infatti, era stato arrestato dai carabinieri della stazione di San Benedetto Val di Sambro, su richiesta dell’autorità giudiziaria rumena, che aveva emesso nei suoi confronti un mandato di arresto europeo. Doveva infatti scontare una condanna a tre anni e otto mesi di reclusione per omicidio colposo e lesioni personali, per fatti avvenuti nel 2016. Ora l’uomo si trovata appunto rinchiuso alla Dozza, disposizione dell’Autorità giudiziaria. La giovane vittima, invece, è stata accompagnata in una struttura protetta.
Mariateresa Mastromarino