Bologna, 30 settembre 2024 – Popoff, il piccolo cosacco infreddolito ci ha lasciati. Valter Burgiolo, indimenticabile voce dell’eterno successo dello Zecchino d’Oro, è morto a 63 dopo una malattia breve ma molto aggressiva.
Era nato nella Bassa bolognese, a San Venanzio di Galliera e lì ha continuato a vivere, anche se era rimasto legatissimo all’Antoniano: era spesso tornato nel palco per raccontare la sua storia. Per spiegare ai bimbi che cosa significa vincere il concorso per canoro per bimbi più famoso della storia italiana. Sì perché il piccolo Valter, a soli 5 anni vinse l’edizione del 1967 con il suo brano che è poi rimasto nei cuori e sulle labbra di generazioni di piccoli cantori.
Grazie alla notorietà che quella vittoria gli regalò – ha raccontato anni fa in televisione – “ho lavorato con Albano, con Gianni Morandi e tanti altri perché all’epoca nei musicarelli c’era la possibilità di lavorare con questi artisti e per un po’ ho avuto la fortuna di far parte di questo mondo”.
Assieme alla moglie Alessandra con la quale si è sposato da giovanissimo, ha formato una famiglia numerosa con 5 figli, ricevuti in affido e (quasi tutti) poi adottati. Ha fondato una scuola materna paritaria a San Pietro in Casale che aveva voluto intitolare a Mariele Ventre, una donna a cui era stato legatissimo.
Una ventina d’anni fa, era stato sottoposto a un trapianto di rene a causa di una malattia congenita che aveva compromesso la funzionalità renale: la donatrice era stata proprio la moglie Alessandra.
Il testo integrale di Popoff
Col colbacco e gli stivali,
Camminando tutti in fila,
Con la neve a mezza gamba,
Vanno verso il fiume Don.
Ma Popoff
Sbuffa sbuffa e dopo un po'
Gli si affonda lo stivale
Nella neve e resta lì.
Ma Popoff
Del cosacco che cos'ha?
Ha il colbacco e gli stivali,
Ma non possono bastar.
La la la la, la la la la
La la la la, la la la...
La la la la, la la la la
La la la la, la la la...
I cosacchi lunghi e fieri,
Con i baffi volti in su,
Nella neve vanno alteri,
Ma Popoff non c'è più.
È rimasto senza fiato,
Sulla pancia accovacciato,
Che cosacco sfortunato
Questo povero Popoff.
Ma Popoff
Non si arrende e dopo un po'
Scivolando sulla pancia
Fila verso il fiume Don.
Hei Popoff,
Così proprio non si può,
Non cammina in questo modo
Un cosacco dello Zar.
La la la la, la la la la
La la la la, la la la...
La la la la, la la la la
La la la la, la la la...
I cosacchi sono stanchi,
Non si vede il fiume Don,
Con i baffi congelati
Più non vogliono marciar.
Nella steppa sconfinata
A quaranta sotto zero
Sono fermi in mezzo al gelo
I cosacchi dello Zar.
Ma Popoff
Così tondo che farà?
Rotolando nella neve
Fino al fiume arriverà.
Ma Popoff
Così tondo che farà?
Rotolando nella neve
Fino al fiume arriverà.