di Paolo Rosato
Non a tutti, dentro al Pd bolognese, è piaciuta la rottamazione della raccolta porta a porta dei rifiuti, con ritorno al vecchio sistema dei cassonetti anche in centro storico. E’ il caso di Giorgia De Giacomi, giovane consigliera comunale dem. Che articola un’accorata analisi che farà discutere. "In campagna elettorale il sindaco Lepore ha espresso la volontà di superare il porta a porta – scrive nel suo intervento De Giacomi –. Superare, non tornare indietro di 10 anni, come è invece stato fatto. Eliminiamo i sacchi che occupavano i nostri portici per qualche ora a settimana. Ma li sostituiamo a cassonetti che ci saranno sempre, che imbruttiranno ogni giorno, da mezzanotte a mezzanotte, le facciate delle nostre chiese, gli spazi verdi, le piazze. Aggiungendo più di 600 cassonetti riempiamo lo spazio che l’amministrazione avrebbe potuto utilizzare in tanti modi, a beneficio di tutti: rastrelliere, ciclabili, dehors, parcheggi sono solo alcuni esempi. Inoltre, tornare ai bidoni è più costoso, poiché i mezzi per il recupero dei rifiuti passeranno molte più volte. Mi sconforta pensare a quante politiche di prevenzione dei rifiuti avremmo potuto mettere in campo con i soldi della Tari risparmiati – continua De Giacomi –. Siamo capofila di ‘Sprecozero’, il nostro obiettivo dovrebbe essere incentivare al massimo la raccolta differenziata e fare politiche di riduzione dei rifiuti, non rimuovere il porta a porta. Le alternative ci sono: punti di raccolta, modifica degli orari del ritiro del porta a porta, creazione di zone più ridotte, cassonetti individuali meno impattanti esteticamente. Sorprende che il sindaco, così vicino ai processi decisionali del nuovo Pd che dovrebbe avere la battaglia ecologista come faro delle politiche, prenda decisioni che vanno nella direzione opposta. Tornare indietro è una facile scorciatoia che non fa di una città la più progressista d’Italia".