
Da ieri la città dei suoni dell’Unesco ha perso uno degli interpreti di maggior fascino, il musicista che sfidò a colpi di battente Lionel Hampton raccogliendo ovazioni a fianco di Chet Baker. Nottetempo s’è spento Annibale Modoni, pianista e vibrafonista tra i più quotati d’ Italia che ha dimostrato come sia il jazz la musica del presente e come la sua strada più diretta e panoramica sia quella del jazz. È spirato all’Ospedale Maggiore dopo aver lottato per tre mesi con un male che non dà scampo. Nato a Novara, padre bolognese, a ottobre avrebbe compiuto 89 anni. Lascia la moglie Luisa Lodi, cantante e insegnante di canto con cui abitava a Calderino in via Landa e la figlia Cristina con due nipotini. La camera ardente sarà allestita domani al Maggiore dalle 8.30 alle 9.30. Da decidere le date della cremazione e della tumulazione. Tra le peculiarità di Modoni la capacità di improvvisare in alcune tra le maggiori orchestre italiane nella categoria dinamica dello swing. L’apoteosi negli anni ’60 con Chet Baker. Ma a segnarne la carriera è stato il sodalizio con Enghel Gualdi di cui è stato il primo vibrafonista. Meriti riconosciuti da Nardo Giardina tanto che fu per quindici anni guest star e arrangiatore della Doctor Dixie Jazz Band. Commosso Checco Coniglio con cui incise l’ultimo disco in Cantina Bentivoglio. "Annibale è stato un grande musicista, ma anche una persona di rara umiltà. Con lui ho suonato anche a Umbria Jazz nel 2009 e 2010". La vedova – che tra i suoi allievi conta la cantautrice Valentina Mattarozzi – ricorda il loro rapporto intensissimo: "Una scelta che rifarei daccapo. Ho fatto una bella vita con Annibale".
Gian Aldo Traversi