REDAZIONE BOLOGNA

Addio a Massimo Campieri, luminare di gastroenterologia

Massimo Campieri, luminare della gastroenterologia, fondatore del Centro di studio e ura per le Malattie infiammatorie croniche intestinali, è morto dopo una lunga malattia , a 72 anni. A darne l’annuncio, l’Università di Bologna, dove il medico ha svolto la sua carriera di "docente di medicina, scienziato, accademico e medico appassionato". Laureato in Medicina e chirurgia nel 1973 in città, Campieri non ha mai abbandonato l’interesse per la ricerca di base e clinica applicata in ambito internistico e gastroenterologico; nel 1977 ha concluso la formazione specialistica in gastroenterologia e, dopo aver vinto una borsa di studio del British Council, ha ampliato la sua esperienza nella Scuola Medica di Oxford. A Oxford, nel Radcliffe Infirmary, tempio della ricerca applicata, ha incontrato Sidney Truelove, uno dei massimo esperti mondiali sulle malattie infiammatorie croniche intestinali, con cui è nata un’amicizia oltre che una collaborazione scientifica che hanno portato alla formulazione di terapie fondamentali nella cura di queste patologie. Rientrato in Italia, Campieri ha poi continuato la sua attività di ricerca e didattica in seno all’Unibo e clinica al Sant’Orsola, nella Clinica Medica diretta dal professor Labò prima e dal professor Barbara poi. Qui ha fondato il Centro di Studio, guidato da due intuizioni: l’applicazione clinica delle ricerche di base e la gestione multidisciplinare di quelle patologiche. Ha iniziato inoltre una collaborazione con il gruppo chirurgico dei professori Gozzetti prima e Poggioli poi. Il Centro è ora un punto di riferimento nazionale.

Uomo dai mille interessi, Campieri aveva alcuni pilastri: la famiglia e la sua equipe. "La lunga malattia non aveva fiaccato il suo impegno clinico e accademico né le sue passioni", conclude il ricordo l’Unibo.