Non è semplice rompere il muro d’omertà. E nelle indagini sul doppio accoltellamento di sabato sera in Montagnola la Squadra mobile non può contare sulla collaborazione né delle vittime, né del trentaquattrenne tunisino, l’unico già denunciato perché riconosciuto da un amico dei feriti come uno degli aggressori. Non quello che, materialmente, ha affondato le lame nella carne dei due ragazzi egiziani, di 28 e 26 anni. Feriti a colpi di machete e coltello, uno alla gamba, l’altro alla mano, quasi tagliata all’altezza del polso.
Si indaga nell’ambiente dello spaccio e i poliziotti della Squadra mobile, partendo proprio dal trentaquattrenne, con precedenti per spaccio e reati contro la persona, stanno cercando di ricostruirne le frequentazioni, oltre a visionare le immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza presenti nel parco e nelle strade che lo circondano.
La rissa, che da quanto raccontano i testimoni già ascoltati dalla polizia ha visto coinvolte una decina di persone, è scoppiata intorno alle 21,30, nella zona centrale del parco, nei pressi dell’ingresso di via Irnerio. Qui i due sarebbero stati affrontati dal gruppo ‘avversario’ in quella che sembra una spedizione punitiva, maturata nell’ambiente della droga. Il machete e il coltello utilizzati per ferire le vittime sono stati ritrovati dai poliziotti, nascosti dietro alla scalinata del Pincio e adesso anche su quelli sono in corso indagini, per individuare eventuali impronte utili. L’aggressione è l’ennesimo atto di un’estate animata da violenze nella zona della stazione, dove si sono consumati anche due omicidi.
n. t.