Saverio Migliari
Cronaca

Foto ai veicoli senza esclusioni di clic: Tper scheda anche i ‘bravi’ parcheggiatori

Accertatori sguinzagliati per la città. I sindacati: «Noi non sappiamo neanche il motivo»

Due accertatori che segnalano le targhe dei motorini di fronte ai negozi del quadrilatero (Schicchi)

Bologna, 26 febbraio 2015 - POCHE MULTE, ma tante foto. Gli accertatori di Tper in questi giorni sono impegnati più nella schedatura di tutti i veicoli della città, che nell’accertamento della sosta (servizio da cui prenderebbero il nome, peraltro). Ed ovviamente non mancano le polemiche tra i cittadini. Le divise blu dell’azienda trasporti sono state sguinzagliate per la città con un obiettivo primario: fotografare, catalogare e registrare tutte le targhe delle auto e dei motocicli parcheggiati, sia in centro sia fuori.

Che si tratti di veicoli in divieto di sosta, su strisce blu, bianche o in posteggi regolari non cambia: l’importante è immagazzinare informazioni. Ma il fenomeno preoccupa i cittadini, che quando vedono gironzolare una divisa attorno all’auto regolarmente posteggiata si chiedono ‘perché?’.

«E il motivo non lo sappiamo neanche noi, ci hanno detto che è per semplice statistica». Alza le braccia pure Alessandra Cuozzo, accertatrice della Tper e sindacalista dell’Usb. «Abbiamo chiesto la ragione di questo nostro lavoro – spiega –, ma ci hanno semplicemente risposto che sono dati che serviranno al Comune». Da alcuni mesi gli accertatori della Tper hanno avuto precise istruzioni: «Ci hanno chiesto che diventi il fulcro del nostro lavoro».

ALL’INIZIO di questo nuovo lavoro si utilizzava un apparacchio laser, che registrava tutte le targhe. «Ma era scomodo e aveva problemi di funzionalità». Così ora gli accertatori girano tra auto e moto con il loro tablet e scattano scattano scattano. «La richiesta dell’azienda è di arrivare attorno a 250-300 targhe segnalate al giorno», continua Cuozzo. Di queste soltanto una piccola parte diventano multe. «L’obiettivo non è più fare la multa. Ovviamente dobbiamo farle se notiamo parcheggi illegittimi, ma non è più il centro del nostro lavoro».

La domanda che ci si pone, a questo punto, è: viene violata la privacy in questo modo? Assolutamente no, risponde l’azienda, «dato che, in automatico, il programma rende successivamente anonime le targhe dei veicoli che non sono oggetto di sanzione».

A COSA serviranno questi dati? Le ipotesi in campo, messe sul tavolo dai sindacati, sono due. «Immaginiamo che servano per capire le modalità di parcheggio in città – spiega Cuozzo –, per poter studiare le prossime restrizioni». Oppure, cosa che svilirebbe i dipendenti di Tper, «potrebbero servire per controllare il nostro lavoro».

Il paradosso è che a rimetterci da questi controlli a tappeto sono gli stessi accertatori, che quotidianamente devono giustificare questa o quella foto ai veicoli parcheggiati regolarmente. «Certo, è capitato che i cittadini si arrabbiassero. A maggior ragione per il fatto che quando ci chiedono spiegazioni noi possiamo soltanto farfugliare qualcosa e rifugiarci nella parola ‘statistica’». Ben poca cosa davanti a un automobilista che si sente leso anche soltanto nella sua privacy. «Per questo abbiamo chiesto al Comune che almeno informasse la cittadinanza di questa nuova modalità – conclude Cuozzo –. Se non c’è nessun problema nello schedare le auto, allora perché non dirlo?».

INTANTO è l’azienda Tper a fornire qualche spiegazione, anche se parte dal Comune questa richiesta. «Oltre all’accertamento delle infrazioni, la rilevazione dei veicoli presenti sugli stalli è effettuata per monitorare la sosta in città, come previsto dal contratto di servizio». Tradotto: servono dati per studiare la fase due della pedonalità. Quella che partirà tra dieci mesi, al termine del cantierone. Sapere quante auto entra in città, dove parcheggiano e da dove provengono aiuterà l’assessorato alla Mobilità (Andrea Colombo) nello studiare nuove restrizioni e diverse modalità di gestione del traffico privato.