NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Abusi sessuali, allenatore arrestato. Il racconto della vittima: “Sembrava capirmi, mi fidavo di lui”

Le parole della ragazzina sentita dai carabinieri e dal pm Baldi: “Mi diceva di cancellare i messaggi”. L’amica della giovanissima: "Dissi a quell’uomo che stava sbagliando e lui mi mandò foto in accappatoio”

L'inchiesta sugli abusi da parte dell'allenatore di pallavolo è iniziata da un bigliettino trovato nel diario di una giovanissima atleta

L'inchiesta sugli abusi da parte dell'allenatore di pallavolo è iniziata da un bigliettino trovato nel diario di una giovanissima atleta

Bologna, 30 marzo 2025 – "Sembrava capirmi". Quella comprensione che, a 13 anni, è il motore dell’accettazione di sé, Francesca (il nome è di fantasia), credeva di averla trovata nel suo allenatore di volley. Si era fidata di lui, l’aveva messo al centro del suo mondo, della sua vita. E lui ha sfruttato queste debolezze, che lei gli confidato aprendogli il cuore, per abusare di lei. Dettagli che la tredicenne ha raccontato, in audizione protetta, alla pm Silvia Baldi e ai carabinieri, e che hanno portato all’arresto del trentenne siciliano, ora ai domiciliari.

La ragazza racconta dei primi approcci di lui, che le dava consigli su come affrontare la vita, la scuola, quei compagni che la "prendevano in giro" per il suo aspetto fisico, perché "non sono formosa". Lui le diceva di fregarsene, che lei era bellissima. E Francesca, con i suoi 13 anni, si era davvero innamorata, ammaliata dalle parole con cui il trentenne l’aveva irretita.

Lo dimostra in una lettera - trovata dai carabinieri a casa dell’uomo -, dove descrive il suo coinvolgimento puro. "Mi fido moltissimo... Tu sei la mia priorità", gli diceva. Aveva già accettato di fare l’amore, la prima volta, con lui. Nella sua cameretta, a casa, quando i genitori non c’erano. Lei si fidava. E non si poneva il problema quando lui le chiedeva di cancellare tutte le chat, di mandargli foto nuda, ma solo in modalità ‘effimera’ per far scomparire ogni traccia. Anche quando le aveva regalato, per Natale, tre anellini le aveva raccomandato di dire alla madre, qualora le avesse chiesto qualcosa, di averli ricevuti da un’amica. Insomma lui "si mostrava preoccupato del fatto di poter essere scoperto".

Certo, anche Francesca aveva iniziato a temere che i suoi genitori la scoprissero, tanto che aveva chiesto a un’amica, sua compagna di squadra - vittima anche lei delle attenzioni morbose dell’allenatore -, di coprirla. "L’ho fatto almeno una decina di volte", metterà quest’ultima a verbale. Questa seconda ragazzina racconterà inoltre di aver iniziato a chattare con l’allenatore "proprio perché volevo fargli capire che era sbagliato quello che faceva con Francesca".

Lei gli chiedeva di lasciar perdere l’amica. Lui, per risposta, gli mandava foto in accappatoio, seminudo. E l’aveva anche abbracciata troppo stretta in palestra, sussurrandole approcci sessuali. Proprio il racconto di quell’episodio è stato il cardine su cui si è sviluppata la genesi dell’indagine, oggetto di un bigliettino trovato nel diario da sua madre e finito agli atti dei carabinieri. La ragazzina, che non ha accettato quelle avances, era preoccupata per l’amica, che le aveva confidato di sentirsi usata. E che stava male, perché aveva anche scoperto che l’uomo di cui era innamorata ci ‘provava’ con un’altra compagna di squadra (ossia la terza vittima) e questo l’aveva fatta precipitare nell’angoscia, perché la fiducia totale che aveva riposto in lui aveva iniziato a vacillare.

Quest’ultima tredicenne racconterà agli inquirenti di non essere caduta nella rete dell’allenatore, che le chiedeva se avesse mai fatto sesso e di stare tranquilla, perché c’erano protezioni per non rimanere incinta. Tutte le dichiarazioni delle adolescenti sono state ritenute precise e attendibili dal gip Letizio Magliaro, che ha disposto per l’uomo i domiciliari.

Il legale dell’indagato, l’avvocato Gino Bottiglioni, al termine dell’interrogatorio di garanzia giovedì scorso ha chiesto per il suo assistito la revoca della misura e in subordine il divieto di dimora a Bologna (il trentenne è tornato a vivere in Sicilia) o l’obbligo di firma. La decisione del gip è attesa per domani.