NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

A processo c’è... Donald Trump. Ma l’imputato è greco e ha 33 anni

Il giovane, fermato 30 volte ai tempi del Covid, ha sempre fornito le generalità del presidente Usa

A processo c’è... Donald Trump. Ma  l’imputato è  greco e ha 33 anni

Donald Trump in una. foto durante la recente campagna elettorale al termine della quale è stato eletto presidente degli Stati Uniti d’America

Bologna, 20 novembre 2024 – Si è aperto ieri a Bologna il processo a Donald Trump. I guai giudiziari del tycoon, neoeletto presidente degli Stati Uniti, restano però distanti un oceano dalle aule di via D’Azeglio. Dove, invece, è in corso una causa ai limiti del grottesco. Il reato per cui è imputato il sedicente Donald, che in realtà sarebbe un ragazzo greco di 33 anni, è proprio quello di falsa attestazione: fermato per ben trenta volte, nel periodo del Covid, dalle forze dell’ordine, per ben trenta volte il giovane, sprovvisto di documenti, avrebbe dichiarato ad agenti e carabinieri di chiamarsi Donald Trump. Una vicenda che, all’ennesima battuta, ha portato alla denuncia del ragazzo, mai però formalmente identificato, che è stato dunque iscritto, nel fascicolo affidato alla pm Michela Guidi, con il ‘presidenziale’ alias.

"Il paradosso – spiega il suo difensore, l’avvocato Marco Caroppo – è che il ragazzo è stato iscritto con il nome falso con cui si è sempre presentato. Quindi, qualora questo procedimento dovesse andare avanti, fino anche ad arrivare a una sentenza, noi avremmo un’assoluzione o una condanna nei confronti di... Donald Trump, ovvero una persona che effettivamente non è chi dice di essere. Tutti gli atti a lui ascritti, infatti, sono formalmente a carico di questo omonimo del presidente Usa".

Solo in queste ultime settimane sarebbe emersa la vera identità di ‘Donald’, a seguito di accertamenti sviluppati dai carabinieri, che dovrebbe essere un ragazzo nato in Grecia nel 1991: "Ieri mattina, in udienza, si sarebbe dovuta aprire l’istruttoria per certificare le vere generalità del mio assistito – dice ancora l’avvocato Caroppo –, ma è stata rimandata per l’assenza del carabiniere che avrebbe dovuto illustrarla".

Ironia della sorte, in una vicenda già piuttosto curiosa, è che la data della prossima udienza è stata fissata al... primo aprile. Oltre a scoprire il vero nome del giovanotto, sarà anche interessante capire perché abbia deciso di farsi chiamare proprio così. Intanto il Donald nostrano, oltre a non avere una identità accertata, è anche un fantasma: ieri in tribunale non c’era, il suo avvocato spiega di non averlo mai visto da quando ha avuto la nomina a suo legale. Chissà se può vantare, come la sua ‘fonte d’ispirazione’, il celebre ciuffo arancione.