FEDERICA ORLANDI
Cronaca

A bordo 1.500 chili di rame rubato. Arrestati in flagrante due ricettatori

Blitz della polizia in via dell’Industria: in manette un romeno e un italiano con precedenti, caccia a un complice

A bordo 1.500 chili di rame rubato. Arrestati in flagrante due ricettatori

Il documento: l’interno del furgone Ducato pieno di oltre mille chili di rame rubato. Tutto è stato poi. sequestrato dalla polizia

Due arresti per ricettazione di ben 1.500 chilogrammi (lordi) di rame rubato. È successo venerdì pomeriggio in via dell’Industria, dove la polizia, seguendo un’auto sospetta, ha potuto assistere allo scambio della merce, ceduta da due cittadini romeni a un italiano.

I due stranieri hanno infatti scaricato dalla loro auto diversi rotoli di rame, già ripulito dalla guaina di gomma che lo ricopre quando è impiegato nei cavi, e li hanno caricati sul furgone Ducato dell’italiano, un imprenditore di 54 anni che tratta metallo nel Nord-Est Italia e che ha già precedenti di polizia per tentata estorsione, truffa e furto in appartamento. Sul furgone, hanno poi potuto appurare i poliziotti, c’erano già diversi chili di rame, in quel caso però ancora rivestito con la gomma di protezione.

Una volta assistito allo scambio, gli agenti si sono quindi palesati e hanno arrestato uno dei due romeni, 34enne con diversi precedenti anche specifici e per giunta con una condanna proprio per ricettazione di rame (500 chili) risalente all’anno scorso; l’altro complice si è dato alla fuga. In manette anche l’italiano, che si è subito mostrato collaborativo con le forze dell’ordine, permettendo loro di sequestrare, oltre al rame rubato e al furgone, anche 3.630 euro in contanti e già pronti in un pacchettino, che sarebbero dovuti servire a pagare il rame illecitamente procuratogli dagli altri due soggetti.

Il rame si ritiene fosse rubato, poiché quello non ripulito dalla guaina, e alla cui provenienza sarebbe perciò in teoria ancora possibile risalire, presentava sul rivestimento di gomma strappi e bruciature nei punti in cui si suppone che il cavo fosse stato reciso per essere staccato dal posto in cui era originariamente installato. Per il momento però gli inquirenti non sono riusciti a capire da dove fosse stato sottratto il materiale ora sotto sequestro, anche se si esclude provenisse da Rfi, i cui tubi hanno un marchio particolare.

Ieri i due indagati sono stati processati per direttissima per ricettazione aggravata. Gli arresti sono stati convalidati, ma non sono state disposte misure. I legali hanno chiesto i termini a difesa e l’udienza è stata rinviata.