Bologna, 25 gen. - "Non vogliamo essere noi le cavie". Un motto chiaro e semplice quello dei manifestanti che oggi pomeriggio hanno attraversato le vie del centro per dire 'no' al 5g (le tecnologie di quinta generazione per la 'connessione internet da cellulare). Il corteo, legato all'alleanza italiana Stop 5G e al Codacons ha percorso in corteo via Indipendenza e dato vita a un banchetto informativo in piazza del Nettuno.
Ma cosa chiedono le associazioni? Di "aderire al principio di precauzione" e quindi di "non installare le antenne 5g fino a che non saranno certi gli effetti sulla popolazione". A Bologna, spiega il movimento, sono gia' 11 le antenne 5G accese, anche se non funzionanti a pieno regime, e "altre in programma saranno installate entro i primi mesi del 2020".
Anche a livello internazionale, le associazioni contro il 5G chiedono una moratoria contro i nuovi impianti, finchè studi scientifici non ne provano l'innocuità, seguendo l'appello di 240 scienziati di 40 Paesi tra cui esponenti anche dell'istituto Ramazzini di Bologna.
"In 120 Comuni italiani hanno fermato l'installazione delle nuove antenne- sottolinea il movimento bolognese contro il 5G- in Paesi come Svezia, Canada, Francia e Usa è stato applicato il principio di precauzione e l'uso del wi-fi è stato limitato in particolari aree". Dopo la manifestazione di oggi, altri appuntamenti informativi sul 5G a Bologna con esperti del settore sono in programma il 31 gennaio a San Lazzaro e il 13 febbraio a Granarolo.