FRANCO GÀBICI
Cronaca

4 novembre 1953. Referendum tra i lettori. E il Giornale dell’Emilia tornò Resto del Carlino

Dopo il Ventennio gli alleati perseguirono una rottura forte con il passato. Dal ’45 il giornale abbandonò così la sua antica testata, per 7 anni. Fu il direttore Zincone a far decidere la ’base’. E vinse la tradizione.

4 novembre 1953. Referendum tra i lettori. E il Giornale dell’Emilia tornò Resto del Carlino

Il 4 novembre 1953 è una data molto importante per il nostro “Carlino” perché proprio settant’anni fa, dopo una pausa di otto anni, il giornale avrebbe ripreso la sua antica testata.

Dal 1923 il Carlino dovette adattarsi al nuovo regime e solamente il 19 aprile del 1945 uscì l’ultimo numero del Ventennio. Quindi la sede e la tipografia del giornale vennero occupate dagli alleati e la gestione del Carlino fu affidata al Psychological Warfare Branch (PWB), l’organismo del governo militare anglo americano nato con il compito di controllare tutti i mezzi di comunicazione di massa italiani (stampa, radio, cinema…). E alla stampa, in particolare, fu imposto un ben preciso ordine: dare un significativo segnale di rottura con il passato e per questo motivo quasi tutti i giornali si presentarono al pubblico con una nuova testata. E fu così che il 22 aprile 1945 “Il Resto del Carlino” fu trasformato in “Corriere dell’Emilia” e successivamente, quando il PWB cedette la gestione alla redazione, dal 17 luglio si presentò come “Giornale dell’Emilia”.

Difficile, però, cancellare una tradizione di sessant’anni (il primo numero del “Resto del Carlino”, infatti, era uscito il 20 marzo del 1885) e il 9 agosto 1953 il direttore Vittorio Zincone decise di indire un referendum fra i lettori per il ripristino della vecchia testata. E i lettori si schierarono decisamente dalla parte della storia perché i favorevoli furono più di 4500 a fronte di poche centinaia di voti contrari (per l’esattezza 397). Quanti, però, avrebbero desiderato la continuazione dell’attuale testata ebbero comunque il loro contentino perché la nuova serie per qualche anno avrebbe inserito sotto il titolo “Il Resto del Carlino” la dicitura “Giornale dell’Emilia”, composta ovviamente a caratteri molto più piccoli. Un segno di rispetto, dunque, ma al tempo stesso, come si legge in un comunicato del tempo, un gesto “per marcare una precisa differenziazione dalle precedenti serie de Il Resto del Carlino”.

Il ritorno della vecchia testata fu festeggiato con una iniziativa particolare. Il giornale innanzitutto uscì con una edizione speciale di 32 pagine, alcune anche a colori, e inoltre due copie furono lanciate dal terrazzo della sede del Carlino, allora in via Gramsci, con palloni aerostatici. E per i fortunati che le avrebbero recuperate fu riservato un premio di 50 mila lire che per i tempi di allora era sicuramente una bella sommetta. Intanto ricordiamo che nel 1953 un quotidiano costava 25 lire e che uno stipendio mensile di un operaio si aggirava intorno alle 30 mila. Secondo una tabella del “Sole 24 ore”, inoltre, 50 mila lire del 1953 corrisponderebbero oggi a 800 euro. Mica male per una somma che, come in quel caso, era davvero piovuta dal cielo!