Bologna, 2 novembre 2022 - Bologna andrà a 30 chilometri all’ora entro la fine di giugno 2023. Obiettivo: ridurre gli incidenti, per arrivare a zero morti sulle strade. “Saremo la prima città italiana 30, sul modello di Parigi, Berlino e la Spagna“, annuncia il sindaco Matteo Lepore. Certo, “la velocità non è l’unica causa di incidenti, ma l’impatto è molto diverso se si va a 100 chilometri all’ora o a 30“, spiega il primo cittadino, presentando le linee d’indirizzo del piano.
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La mappa
La delibera di giunta e l’installazione dei cartelli stradali sono attesi entro la fine di giugno dell’anno prossimo e, nel frattempo, verrà fatta una mappatura della città, escludendo dalle zone 30 le strade a lungo scorrimento che manterranno il limite dei 50 chilometri all’ora. L’assessora alla Nuova Mobilità, Valentina Orioli, per ora non si sbilancia con esempi specifici, non escludendo alcuna strada. Ma, alcune certezze, già ci sono: “L’asse attrezzato, ovviamente, sarà escluso dal limite dei 30 all’ora - spiega Lepore - mentre via Andrea Costa, ad esempio, sarà una strada naturalmente interessata alla riduzione della velocità“.
Investimento da 14 milioni di euro
L’investimento iniziale per la realizzazione del piano è di 14 milioni di euro, “ma poi arriveranno altre risorse“, assicura Lepore, che tra l'altro 'chiama' anche il governo affinché "non lasci Bologna da sola, ma proponga una legge sulle città 30". Il piano del Comune - che va di pari passo con ’Impronta Verde’ (il progetto su sei nuovi parchi cittadini) e l’obiettivo neutralità carbonica 2030 - contestualmente ai nuovi limiti di velocità, punta sui controlli.
I controlli stradali
"Verranno intensificati quelli della Polizia locale come già stiamo facendo nelle strade più pericolose, con photored e altre tecnologie, mentre nelle strade arriveranno dossi e cuscini rallentatori che si aggiungeranno a piazze e strade scolastiche". Ma non solo. Capitolo sostanzioso riguarderà anche gli autovelox: “Il piano alla Prefettura è stato inviato (si parlava di una quindicina di impianti, ndr) e installeremo un numero importante di apparecchi in particolari zone della città, certamente anche in quelle a 30 all’ora“.
Fd'I in trincea: "Non sia scelta ideologica. Valutare caso per caso"
Non si sono fatte attendere le critiche da parte dell'opposizione: "La zona 30 non può essere una scelta ideologica - esordisce il consigliere di Fd'I Stefano Cavedagna -. Fare tutta la città zona 30 è un errore, che bloccherebbe Bologna, che ha già evidenti problemi di mobilità. Il limite dei 30 chilometri orari va messo solo dove viene richiesto dai cittadini".
E conclude: "Bisogna ascoltare i residenti e non imporre scelte ideologiche: ad esempio non sono stati ascoltati fino ad oggi i residenti di via Azzurra, che chiedevano un intervento per limitare la velocità, mentre è stato messo il limite 30 chilometri orari su viale Cavina, una strada enorme prima del Cimitero dei polacchi". Per valutare "i singoli casi", Fdi ha già richiesto un'udienza conoscitiva in commissione.
Bologna ci piace: "Sia una scelta condivisa"
"Non è pensabile, oltre che ad essere improponibile, che la zona 30 venga estesa a tutta la città. Auspichiamo - dice il gruppo consiliare Bologna ci Piace - che per la scelta delle strade, così come dichiarato dal Sindaco, vengano coinvolti non solo i cittadini ma anche le associazioni di categoria e le varie realtà sociali presenti sul nostro territorio, nonché i consigli di quartiere e il consiglio comunale. Sollecitiamo inoltre che venga trattato l’argomento in commissioni consiliari ad hoc, auspicando che tale coinvolgimento sia un vero ascolto-confronto e non una mera comunicazione di scelte già decise dall’amministrazione".