Bologna, 26 febbraio 2023 - Una fiera declinata al plurale. Dove la passione per il vino, protagonista assoluto dell’evento, lega come un fil rouge le 750 cantine in arrivo da tutto il mondo (sfoglia la gallery). Un anno dopo il suo debutto, Slow Wine Fair accoglierà nei padiglioni 15 e 20 del quartiere fieristico - fino a martedì - appassionati, buyer e professionisti del settore vitivinicolo: un’occasione, unica nel suo genere, per viaggiare tra 21 Paesi differenti soltanto attraverso il proprio calice. Una lunga fila di appassionati, stamattina, era infatti già pronta a varcare le porte dei padiglioni 15 e 20 e a brindare alle nuove sfide del futuro: c’è chi è arrivato sotto le due Torri da ogni angolo di Europa, chi dalla Cina e chi, con ancora le valigie in mano, dai paesi del Sud America. Ma, nonostante le diverse nazionalità, tutti sembrano parlare un’unica lingua: quella del “vino buono, pulito e giusto”, così come ricorda il manifesto di Slow Food, su cui si basa l’evento e che incoraggia la biodiversità, la sostenibilità ambientale e l'equità sociale.
Soltanto dall’Emilia-Romagna, a essere presenti sono ben 65 cantine, di cui 11 provenienti dalla provincia di Bologna. Come Otto Logiurato, da Valsamoggia, premiata da Slow Wine come Top Wine nella categoria ‘vini quotidiani’. Dalla nostra regione anche la cantina modenese Tommaso Tobia Zucchi, per la prima volta alla fiera, capace di differenziarsi per le sua cantina costruita in bio edilizia, con una struttura in legno e le pareti realizzate in paglia pressata. “La Slow Wine Fair è la prova di quanto importanti siano le fiere per il comparto agroalimentare anche in questo 2023, come riscontriamo dalla presenza significativa di espositori e visitatori - ha spiegato il presidente di Bologna Fiere, Gianpiero Calzolari, stamattina all’inaugurazione -. Le fiere supportano chi produce in una logica di distretti territoriali, ma rappresentano anche un’occasione per riflettere, definire strategie e confrontarsi con chi mette in cantiere nuove regole per il settore”. Tra le novità di questa seconda edizione, anche lo spazio dedicato alle bevande spiritose, dei distillati, degli amari e dei liquori, così come l’area dei partner della sostenibilità, con soluzioni tecnologiche, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino. Non solo. A rappresentare la Slow Wine Coalition, stamattina, anche Pau Moragas Bouyat, vignaiolo del collettivo spagnolo l’Olivera e Sabiha Apaydin Gönenli, portavoce della comunità Slow Food Heritage Vines of Turkey e sommelier del ristorante Mikla. “Il terribile terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria ha distrutto vite, case - ricorda Sabiha commossa -. Ora è ancora più importante salvaguardare questi territori, le nostre aree e il nostro patrimonio agroalimentare e vitivinicolo”. Tra i Paesi maggiormente attenti alle caratteristiche espresse dal catalogo espositori quelli del Nord America e del Nord Europa, e tra questi in particolare la Germania - il più importante mercato europeo per il vino bio, il quarto mercato al mondo per consumi e la seconda destinazione del nostro export di vino - Paese su cui la Slow Wine Fair ha concentrato la sua attenzione con circa un terzo dei buyer. Slow Wine Fair si conferma, ancora una volta, il ponte che collega i sapori del mondo. E che fa dei principi della sostenibilità l’orizzonte verso cui volgere lo sguardo del futuro.