Bologna, 6 dicembre 2022 - "Creare cultura e solidarietà, perché cucinare è un gesto d’amore". Massimo Bottura lo ripete mentre mancano pochi minuti dalla cena di Natale organizzata ieri sera per sostenere le famiglie della mensa Padre Ernesto.
Lo chef pluristellato dell’Osteria Francescana è tornato per un evento di raccolta fondi organizzato dall’Antoniano insieme a ‘Food for Soul’, progetto culturale fondato dallo stesso Bottura, negli studi televisivi dello Zecchino d’Oro: insieme a lui hanno portato estro e passione i colleghi Valentino Marcattilii del San Domenico di Imola, Max Poggi del ristorante Massimiliano Poggi Cucina a Trebbo e Virginia Cattaneo de ‘Il Cavallino’ a Maranello. Il ricavato devoluto alle famiglie più bisognose e ai più fragili assistiti dal progetto "Refettorio Antoniano", che ospita circa 80 mamme, papà e bambini in difficoltà. Il ricavato della cena permetterà di offrire undicimila pasti alle famiglie sostenute dall’Antoniano. Il direttore frate Giampaolo Cavalli, "sono sempre di più le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese e i bambini a cui è negata la possibilità di vivere una quotidianità serena come quella di tanti loro coetanei".
Chef Bottura, che significato ha tornare qui?
"Per me questa è una cosa naturale. E’ quello che facciamo con Food for Soul, cioè svolgere il nostro lavoro nel modo più spontaneo possibile, che sia in un ristorante tre stelle Michelin o in una mensa per persone in difficoltà".
‘La cucina è un gesto d’amore’, ripete.
"Sì, perché è una missione. Mia nonna era una cuoca mediocre in quanto cucinava per bisogno, mia madre invece era bravissima perché amava cucinare. Il segreto di ogni cosa che si fa è avere la voglia di mettersi a disposizione. Ci si alza la mattina e si va a dormire la sera in funzione di questo".
L’Antoniano ricorda come le persone bisognose aumentino ogni anno: c’è bisogno di ancora più impegno da parte di chi ha possibilità?
"I veri eroi sono le persone che gestiscono la quotidianità al fianco dei meno fortunati: si prendono cura ogni giorno di tantissime persone. Noi siamo quelli che rendono possibile tutto questo attraverso la credibilità che ci siamo costruiti nel tempo, in 38 anni di lavoro ad alto livello".
E’ questo lo scopo di Food for Soul?
"Lo dico sempre: è un progetto culturale perché il primo obiettivo è quello della lotta allo spreco alimentare e il secondo il contrasto all’isolamento sociale attraverso la bellezza. Così la gente si segue: noi siamo ambasciatori dei nostri casari, degli agricoltori, dei contadini e dei pescatori. Poi c’è la formazione dei giovani, la creazione di turismo in zone dove non è mai esisto".