
Le terme di Porretta sono in testa alla classifica Fai
Porretta Terme (Bologna), 2 novembre 2018 - La classifica è ancora provvisoria e alla fine del ‘campionato’ manca ancora un mese, ma è certamente una buona notizia il primo posto che l’antico stabilimento termale di Porretta ha consolidato nella campagna per definire il ‘luogo del cuore’ del Fai (Fondo per l’ambiente italiano). In un mese i voti collezionati dalle terme di Porretta sono raddoppiati e ieri pomeriggio hanno superato quota 40mila, rafforzando la preminenza nella lista del censimento nazionale svolto sotto gli auspici della banca Intesa Sanpaolo. Ed è vero, come si chiarisce nel sito nel quale la classifica live viene aggiornata ogni ora, che ci sono da valutare gli effetti dei voti cartacei, e che la classifica definitiva verrà pubblicata solo nel febbraio del prossimo anno.

Se la competizione a suon di bellezza finisse oggi non ci sarebbe storia: l’antico stabilimento alle pendici del monte della Croce, lungo il greto del Rio Maggiore, conquisterebbe il gradino più alto del podio, seguito ad una certa distanza dal secondo, l’area naturale di monte Pisano, in Toscana, con oltre 2mila voti in meno. Una buona notizia per i rappresentanti del comitato ‘Sos Terme Alte’ in prima linea nella promozione di un’azione di tutela e salvataggio del luogo dove sgorgano diverse sorgenti salsobromoiodiche dalle quali traggono il nome gli stabilimenti termali Marte Reale, Donzelle e Leone-Bovi. Edifici che si affacciano su una piazzetta al cui centro si trova una piccola fontana con vasca, oggi in disuso. All’interno delle terme alte si trova la Sala Bibita, detta anche Grottino Chini, che contiene un capolavoro: le sue pareti sono infatti rivestite di piastrelle in maiolica realizzate a inizio Novecento da Galileo Chini, il più importante esponente italiano del periodo liberty. Oggi la sala si trova in stato di forte degrado.
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L’obiettivo della raccolta voti è quindi quello di segnalare lo stato deprecabile del complesso, proprietà di un gruppo privato, auspicandone il recupero, magari a partire dai 50mila euro in palio in questa gara di rango nazionale. Un’opera di sensibilizzazione alla quale hanno dato un contributo determinante anche Francesco Guccini, Pupi Avati, Giorgio Zagnoni e il vescovo di Bologna Matteo Zuppi. E soprattutto Marina Forni, presidente del Fai Emilia-Romagna: «C’è grande voglia di affermare un luogo così importante e rilevante per tutto l’Appennino. Dopo anni di incuria, vi è la volontà comune di fare qualcosa per cercare di riportarlo ai fasti di un tempo, e questa è una battaglia importante», ha chiarito al nostro giornale.