Bologna, 4 settembre 2024 — Il cinema “Modernissimo” riapre i battenti da mercoledì 11 settembre e ha preparato un programma di tutto rispetto per gli amanti dei film retrò e dei talk sul tema.
Si inizia nel segno di Alice Rohrwacher, con l’integrale dei suoi film – compresa la recentissima “Allégorie citadine”, realizzata a quattro mani con JR – e con la sua emozionante esposizione “Bar Luna” alla Galleria, che riapre assieme alla sala cinematografica: il Modernissimo è ora la “metropolitana della cultura”, definizione di Alessandro Bergonzoni, che corre sotto la via Emilia, all’altezza dei resti della città romana.
Il programma
Successivamente verranno poi festeggiati i 60 anni di “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone, che verrà mostrato in coppia con “La sfida del samurai”, ovvero il film di Akira Kurosawa al quale il regista si ispirò. Un omaggio verrà fatto anche ad Alain Delon, scomparso lo scorso 18 agosto, in particolare ai film di corrente più noir come quelli realizzati da Jean-Pierre Melville e Duccio Tessari. “Non potevamo non ricordare Alain Delon – è il commento a riguardo del direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli – per questo abbiamo pensato di farci aiutare da un autore molto vicino a Sergio Leone, Jean-Pierre Melville, che sul finale degli anni Sessanta intuì un nuovo percorso artistico nella carriera di Delon, già star del cinema d’autore italiano e del cinema popolare francese”.
E ancora: “Melville capì che la sua bellezza, così perfetta e archetipica, lo rendevano un ideale protagonista del polar postmoderno che Melville stava realizzando — aggiunge Farinelli — Frank Costello faccia d’angelo, I senza nome, Notte sulla città cambiarono per sempre la carriera di Delon e il film di Duccio Tessari Tony Arzenta, che abbiamo aggiunto all’omaggio, è un bel contributo alla definizione del nuovo Delon, lontano anni luce da quel ragazzo che, appena dieci anni prima, Visconti aveva forgiato”.
Grande attenzione, però, verrà riservata anche a “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone: “Venne proiettato per la prima volta al Supercinema di Firenze e avrebbe dovuto essere un film di serie C, firmato da uno sconosciuto Bob Robertson e che, invece, è diventato un monumento della storia del cinema — ricorda ancora Farinelli — La produzione si conquistò, giorno dopo giorno, un pubblico vastissimo, impose un genere, il western spaghetti, che avrebbe fatto diventare l’industria cinematografica italiana la seconda al mondo. Sergio Leone aveva 34 anni, una carriera da aiuto regista, un esordio, Il colosso di Rodi, che lo aveva portato in un vicolo cieco”.
E ancora: “Fu la visione in un cinema romano di La sfida del samurai, distribuito in Italia dopo la presentazione alla Mostra di Venezia, dove Mifune ottenne la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, che gli fece balenare la possibilità di trasformarlo in un western — conclude il direttore — Leone, che aveva adorato I sette samurai, conosceva bene il successo che John Sturges nel 1960 aveva ottenuto con il remake in chiave western del capolavoro di Kurosawa, I magnifici sette, e capì immediatamente che La sfida del samurai sarebbe potuto diventare un western a basso costo, perché la gran parte delle scene si potevano svolgere in un’unica location. Fu un film che cambiò la vita di Leone, quella di Eastwood e quella di Morricone. Ora i due film esistono in versioni restaurate e ci è parso il momento di presentarli assieme, al pubblico del Modernissimo, proprio a partire dal primo giorno di riapertura, mercoledì 11 settembre”.
Il Modernissimo
Per chi non lo conoscesse, il Cinema Modernissimo è la nuova sala della Cineteca di Bologna nel cuore della città, un progetto culturale che consente il recupero di uno spazio cittadino prezioso. Propone una programmazione di classici, restauri, film contemporanei, incontri con artisti, autori protagonisti della scena cinematografica. Viene inoltre riservata anche una grande attenzione per le arti, la letteratura, la fotografia, il teatro, la musica.