Bologna, 4 novembre 2024 – Il Bologna Jazz Festival annuncia altri rendez-vous di conio raffinato, ibridazioni tra jazz e tradizione colta europea e altre realtà musicali extra jazzistiche. Musica ruggente, meditata, sfrontata, intimista, catartica. Contesti in cui i musicisti se la giocano con forte senso dell’interplay collettivo, ma si mostrano abili pure nel ritagliarsi sontuosi spazi solistici.
In Cantina Bentivoglio domani (martedì) dalle 22 Francesco Zampini trio ospita il celebre pianista Aaron Parks, compagno di palco e di registrazioni con Terence Blanchard e Kurt Rosenwinkel, per un progetto musicale che ne fonde la maestria con la verve dei poulain a sangue caldo del jazz italiano Francesco Zampini, Michelangelo Scandroglio e Bernardo Guerra rispettivamente alla chitarra, contrabbasso e batteria. Un contributo che aggiunge profondità e declinazioni sofisticate tra composizioni originali a riletture mai scontate di standard jazz, con un occhio attento alla ricerca e all’innovazione.
Nella stessa cave di via Mascarella sabato il quartetto di Marcello Molinari, batterista band leader accoglie un’altra étoile di livello mondiale: Arne Hiorth, virtuoso della tromba, detentore, tra l’altro, dello Spelleman Award For Jazz. Ad accompagnarlo in uno dei capitoli più affascinanti del Bjf 2024 sono Andrea Ferrario (sax tenore), Claudio Vignali (pianoforte), Stefano Maimone (contrabbasso) e Marcello Molinari (batteria). Impossibile, tratteggiando l’epopea musicale di Hiorth, prescindere dalla lunga storia di creazione di progetti ispirati soprattutto al Sud Africa. Celebre e reclamizzata nel modo giusto la sua partecipazione al Song of Freedom Musical per Nelson Mandela di Cape Town, uno dei dieci tributi più rilevanti all’iconica figura anti apartheid.
Sempre domani al Binarion60 sono di scena i GogoDuks, trio che vede Luca Zennaro alla chitarra, Paolo Petruzzi al vibrafono e Francesca Remigi alla batteria; mentre al Mast. Auditorium (via Speranza, ingresso da via Vittoria 7) tocca al quartetto di Donald Harrison: con il leader al sax alto e voce, salgono sul palco Dan Kaufman (pianoforte), Nori Naraoka (contrabbasso) e Joe Dyson (batteria).
Giovedì al teatro Biagi d’Antona di Castel Maggiore ribalta per un binomio di giovani leoni del jazz italiano: Raffaele Casarano & Giovanni Guidi, rispettivamente al sax e al pianoforte. Sabato al Locomotiv Club le luci si accendono su Nubya Garcia (ore 21), esponente di spicco del jazz modernista, sassofonista inglese autrice di “Nubya’s 5ive”, l’album che nel 2017 fu premiato con la nomina per il Best Jazz Album of The Year ai Gilles Peterson’s Worldwide Awards. Musica ruggente, meditata, sfrontata, intimista, catartica. Concerto in chiave afro-beat, con assoli tenui e fraseggi mai scontati nell’esecuzione di Daniel Casimir (contrabbasso), Lyle Barton (pianoforte e tastiere) e Sam Jones (batteria).
Di altrettanto pregio gli altri tre appuntamenti di sabato. Al Camera Jazz & Music Club (ore 22) i riflettori si accendono sul Ferenc Nemeth Trio che ospita Rick Margitza: ovvero il band leader batterista che conduce Tzumo Arpad (pianoforte e tastiere) e Rick Margitza (sax tenore). In attesa del super appuntamento con Richard Bona Asante Trio di lunedì 11 al Bravo Caffè.