Don Matteo sarà sempre Don Matteo. Lo capisci già guardandolo nel video che lo ritrae per un commento alla nomina a Cardinale annunciata durante l’Angelus da Papa Francesco. Il sorriso dolce, gli occhi svegli e solo all’apparenza puntati verso il basso mentre ti guarda da sotto in su. E le parole, poche, mai timide: «Il Cardinale – commenta da Lourdes dove si trova con l‘Unitalsi – è rosso perché deve testimoniare fino al sangue. Speriamo di essere buoni testimoni del Vangelo: quello di oggi è chiarissimo. Dobbiamo cercare di essere sempre ultimi nell’amore e mettersi sempre al servizio degli altri». Bologna torna, così, a essere sede cardinalizia. Con un uomo capace di lasciare il segno come hanno fatto i suoi predecessori, la cui opera alla guida della Chiesa petroniana ha parlato alle coscienze di tutti. A quelle dei credenti, a quelle degli altri. Don Matteo... Che dall’altare parlando ai genitori e ai bambini della prima comunione si lascia andare a un «è vero che parlo troppo...», che va dove lo invitano, e pazienza per le critiche. Che ti parla dei preti che non ci sono più, delle parrocchie che fanno fatica ad andare avanti, e di quanto è difficile fare della chiesa quell’ospedale da campo che vorrebbe Francesco per curare lo spirito. Che, di fronte all’esplosione in tangenziale a Bologna, lo scorso anno, non si tira indietro a dire quello che tutti hanno pensato: se non è stato un miracolo, poco ci manca. O che, di fronte al pellegrinaggio a San Luca per Mihajlovic, il mister del Bologna ammalato di leucemia, apprezza la devozione popolare per la Madonna che protegge la città dal Colle della Guardia. Don Matteo che sale sulla sua bicicletta nera e pedala per la città. Come faceva un altro prete, tanti anni fa: padre Olinto Marella, la cui opera di carità – proseguita negli anni da padre Gabriele Digani – è un pezzo della storia di Bologna, uno dei più belli. E la città si appresta proprio a celebrare l’anniversario dei cinquant’anni della scomparsa di Don Marella, che a breve sarà proclamato Beato. Don Matteo, Cardinale Zuppi, Bologna le vuole bene.
BolognaIl nostro Don Matteo