GIANNI LEONI
Bologna

Bologna, il Club 33 chiude: stop a musica e brindisi

Dopo 60 anni si spengono le luci dell’osteria-salotto nel cuore della Cirenaica Ma non è escluso che il sipario si alzi ancora su un nuovo palcoscenico

Uno degli ultimi brindisi nello storico Club 33

Uno degli ultimi brindisi nello storico Club 33

Bologna, 12 marzo 2023 – Addio alla sede storica del mitico ‘Club 33’, al suo fascino, ai suoi straordinari e strampalati personaggi, ai suoi piatti estemporanei, alla sua coinvolgente atmosfera un po’ magica, un po’ trattoria e un po’ osteria, un po’ salotto, un po’ balera e un po’ tutto, dove amici, conoscenti, passanti, ospiti illustri e illustri sconosciuti si sono mescolati tra musiche e silenzi, emozioni, relazioni, illusioni e suggestioni, in un’allegra catena di compagni di merende e di chiacchiere, un brindisi dopo l’altro.

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Scompare un piccolo mondo antico, o forse moderno o piuttosto senza tempo, una pittoresca oasi unica e speciale, senza scopi di lucro, dentro un operoso borghetto di attività varie nel cuore della Cirenaica con un passato lungo 60 anni avviato nel fresco carbonaro di una cantina di via Regnoli e proseguito, dall’85 e finora, poco più in là, nella defilata penombra di via Sante Vincenzi 2/2.

La spietata mannaia di uno sfratto consegna al silenzio i 19 gradini dell’impervia scaletta, il terrazzino affacciato su un triste cortiletto da aria carceraria, sullo sfacciato cactus metallico del ripetitore telefonico e sulla cornice di un muro spoglio e austero come una linea di confine. Si spengono le voci e le musiche del grande salone, storico museo fotografico di aneddoti e personaggi, e anche la cucina, punto di raccolta per soci e aggregati, disperde quel micidiale cocktail di profumi e di afrori creati dagli ingredienti dei menù e dalle volute di troppi sigari, sigarette e quant’altro. Tramonta un’epoca e la Cirenaica e Bologna perdono una spensierata congrega da Amici Miei, una piccola succursale dell’Osteria del Sole con qualche secolo in meno, ma ugualmente affascinante. Finisce tra i ricordi un singolare scrigno di semplicità, di libertà, di fantasia e di cultura.

Da qui , infatti, sono passati, e spesso ripassati, 400 iscritti tra principi dei fornelli e cuochi improvvisati, musicisti e poeti, ristoratori, magistrati, atleti, giornalisti, avvocati, scrittori e imprenditori, bancari, tecnici, insegnanti, commercialisti, impiegati, operai e disoccupati. Ormai vani i tentativi di riportare in vita il contratto d’affitto, un irriducibile manipolo di soci ha battuto la zona in una sorta di porta a porta alla ricerca di una sede alternativa, e anche il Quartiere San Donato San Vitale ha cercato una soluzione tra le proprie strutture. Qualcosa si muove, quindi, e non è escluso che in tempi brevi il sipario del ‘33’ si alzi su un nuovo palcoscenico con gli stessi attori forse un po’ più stanchi, ma con l’immutata voglia di regalare agli ospiti una parola di benvenuto, un posto a tavola e, perché no, un penultimo calice di prosecco ogni volta ripetuto.