Massimo Vitali
Bologna

Bologna, le lacrime di Tacopina al Dall'Ara

L'avvocato newyorkese si congeda dal pubblico rossoblù a poche ore dall'annuncio delle sue dimissioni FOTO Taco-story VIDEO La commozione di Joe

Venezia, la presentazione di Joe Tacopina (Foto Facebook Venezia Fc)

Bologna, 9 ottobre 2015 - «Me ne andrò da Bologna soltanto in una bara», scolpì a novembre, quando il suo astro risplendeva di luce purissima nel firmamento rossoblù. E invece se n’è andato in gondola, come un nuovo messia calcistico portatore della lieta novella, che oggi sbarca in Laguna per dare una lustratina ai sogni di gloria del Venezia ripartito dalla D. Che è poi il cliché che gli riesce meglio: la vera specialità della casa. Per Joe Tacopina il passo dalle Due Torri alla Serenissima è stato breve, quasi fulmineo.

Solo il 20 settembre, a colazione, era ancora il trentesimo presidente della storia rossoblù. Poi la nota comparsa sul sito ufficiale del club poco dopo le 9 annunciava le sue dimissioni, frutto dell’accordo economico trovato con l’azionista di maggioranza (e oggi quasi unico) Joey Saputo, a cui dieci giorni prima Tacopina aveva addirittura fatto causa. Anche da «I love Bologna» al «Saputo ti faccio causa» il passo è stato fulmineo: come del resto ogni gesto e ogni pensiero del quarantanovenne avvocato newyorchese che questa mattina, tra gli stucchi della Sala della Musica dell’hotel Ca’ Sagredo di Campo Santa Sofia, nel cuore della città sospesa sull’acqua, diventerà ufficialmente il nuovo presidente del Venezia a stelle e strisce. 

Alla presentazione ufficiale ci sarà anche Giorgio Perinetti, diesse di mille battaglie che ha già preso le redini di una squadra costruita per macinare salti di categoria con le ampie falcate di Joe (in campionato ha già stracciato la concorrenza del girone) e che, grazie ai capitali americani, in un futuro prossimo giocherà in un nuovo stadio. Se poi in campo ci siano i soldi di Joe (3 i milioni che gli ha riconosciuto il tribunale di New York) oppure quelli di altri investitori a stelle e strisce ancora top secret, è la stessa domanda che sotto le Due Torri tutti si posero ad ottobre, quando dopo una dura battaglia senza esclusioni di colpi Tacopina disarcionò dalla guida del club un riottoso Albano Guaraldi. 

Per i suoi detrattori è stato solo un piazzista di sogni, con quel suo esagerato vagare sotto i portici, alle feste dei club o in Certosa tra le tombe dei Grandi. Con annesso pensiero proibito confessato un anno fa proprio al Carlino nella lunga intervista post-insediamento: «Voglio l’ottavo scudetto». Per chi invece coltiva il senso della storia Tacopina è stato la testa di ponte che ha sottratto il Bologna a Guaraldi (oltre che il presidente della quarta promozione in A) consegnandolo poi, obtorto colo, in quelle di Saputo. Quasi un benefattore involontario, insomma.        Da consumato principe del foro oggi Joe snocciolerà le parole giuste per spiegare come «I love Bologna» si sia tramutato in un amen in «I love Venice». In fondo ci fu anche un «I love Rome», quando nel 2011 portò Thomas Di Benedetto alla Roma. Nel dubbio, ecco un uomo che ama decisamente l’Italia.