PIERFRANCESCO PACODA
Bologna

Il Modernissimo? "Che fatica con la burocrazia"

Giancarlo Basili, che cura gli allestimenti del cinema, questa sera all'Arena Puccini alle 21.45 per presentare 'La tenerezza' di Gianni Amelio

Giancarlo Basili

Giancarlo Basili

Bologna, 15 luglio 2017 - Ci sono luoghi e oggetti che da soli riescono a definire i tratti di una storia. La magia del cinema è anche il risultato delle visioni dei grandi scenografi. Come Giancarlo Basili, marchigiano che vive a Bologna e che ha lavorato con Ferreri, Moretti, Bellocchio, Avati e che stasera sarà all’Arena Puccini (ore 21.45) per presentare La tenerezza di Gianni Amelio per il quale ha ‘costruito’ il set.

Basili qui curò l’allestimento della mostra su Benigni e Nicoletta Braschi che inaugurò Palazzo Pepoli nel 2011. Adesso è impegnato in un altro progetto...

«Su invito di Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca, mi occupo degli allestimenti del cinema Modernissimo, che dovrebbe tornare ai fasti originali del 1915. La mia idea è quella di ricreare in maniera filologica le atmosfere della Bologna Liberty dei primi del ’900. Ricostruire un frammento di storia dell’architettura di un genere artistico del quale purtroppo in città rimangono pochissime tracce. Se non fosse per la burocrazia, che allunga i lavori oltre ogni nostra previsione. Su questo Bologna sembra impantanata in un groviglio di regole e decisioni senza eguali in Italia».

Venendo al set, in ‘La tenerezza’, sembra che gli ambienti siano il riflesso della personalità dei protagonisti.

«Con Amelio abbiamo ricostruito una Napoli che non c’è, non quella di Gomorra e nemmeno quella dei vicoli. È un luogo dello spirito, uno spazio metafisico dove tutto è pensato per accentuare l’impossibilità del dialogo tra due mondi distanti, quello dei due inquilini che hanno in comune una terrazza. Ogni dettaglio è al servizio della storia come la scaletta metallica, le porte, le finestre. Volevo trasmettere allo spettatore la sensazione continua di spiragli, reali e del pensiero, che si spalancano in continuazione e poi si chiudono».

Lei ha iniziato proprio qui la sua carriera.

«Lavoravo per il teatro, in particolare per gli allestimenti lirici, avevo a Bologna un laboratorio insieme a Leonardo Scarpa. Venne a trovarci nel 1979 Marco Ferreri con una richiesta apparentemente assurda. Voleva che creassimo un Goldrake alto 10 metri. Gli serviva per Chiedo asilo con un giovane Benigni. Quel Goldrake, sino a qualche tempo fa, era ancora custodito in un asilo».