Bologna, 20 marzo 2019 - A parole tutti sostengono la manifestazione degli studenti sui rischi dei cambiamenti climatici, in tanti fanno buoni propositi per politiche ecologiche e sostenibili. Intanto c’è stata a Bologna una mega kermesse fieristica che assedia un quartiere, ma possiamo dire l’intera città, con migliaia di auto che lo soffocano. Con l’amletico dubbio: le scelte urbanistiche si possano conciliare con la realtà di un tale impatto ambientale?
Renato Casali, Bologna
risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni
Partiamo dal suo timore in versione fieristica. Se dovessimo ragionare sul particolare allora andrebbero abolite le partite di calcio, chiusi i centri commerciali, murati i palazzi dello sport e qualcos’altro per evitare assembramenti di veicoli. Ovviamente il mondo va avanti e tutto ciò non è una via percorribile. Greta, la giovane ecologista scandinava che ha mobilitato i ragazzi del pianeta, ha dato un segnale. Raccogliamolo, anche se la sua posizione che attribuisce tutte le colpe alla società industriale e alle elites galleggia a metà fra l’ecologismo estremo e l’ingenuità adolescenziale. Sappiamo bene che l’Occidente non è la causa di tutti i mali: India e Cina sono i Paesi più inquinati al mondo ma nessuno li mette alle strette seriamente. Da qualche parte ci deve essere una sensata via di mezzo, politica e tecnica, che possa avviare il mondo verso un rispetto ragionato senza estremismi nei confronti dell’ambiente.
beppe.boni@ilcarlino.net