Perché alla fine, la faccia ce la mette sempre il capitano. A volte nel bene, quasi sempre nel male. Sono gli oneri della fascia che si infila al braccio. In ogni caso Gianluca Urbinati, graduato gialloblù, non si sottrae al fuoco di fila delle domande dei cronisti . dopo la debacle contro la FeraliSalò: "La partita era iniziata per come l’avevamo preparata in settimana – è la sua analisi a mente fredda -. Li aspettavamo e ripartivamo ed in due o tre circostanze lo abbiamo fatto bene, riuscendo anche a passare in vantaggio. Poi c’è stato l’episodio: noi in dieci con Rossoni soccorso a bordo campo. Nel mentre di tutto ciò, c’è anche stato un fallo su Boateng con l’arbitro che mi ha confermato di aver fatto un errore anche a fine partita ed abbiamo preso questo gol dell’uno a uno. Ma la mazzata più grossa è stata l’aver beccato quello dell’ uno a due, arrivato sul finire del primo tempo, perché poi è stato difficile recuperare forze mentali e fisiche". Già, Rossoni. Uscito anzitempo a causa di una fortuita capocciata rimediata in una situazione di gioco. "Spero non sia nulla di grave e gli faccio i migliori auguri di pronta guarigione".
Il traguardo salvezza è lì, ma non è stato ancora tagliato. Il capitano spegne subito le eventuali polemiche : "Non bisogna scordarsi dove eravamo, con soli 10 punti in 14 giornate. Il che, equivaleva ad un penultimo posto che ci lasciava il solo spazio di pensare ad una salvezza tramite play out, magari cercando di conquistare la posizione migliore per partire da una griglia maggiormente favorevole. Ed invece, oggi, siamo a parlare di una Fermana oramai salva, considerati i risultati che sono arrivati in serata. Adesso ci basta poco e poi andrà fatto un grande applauso a tutta la squadra, perché abbiamo raschiato il barile facendo i punti quando era ora di farli".
Tutto vero, per carità. Ma ad un certo punto ci si sarebbe aspettato e come anche dichiarato, alzare l’asticella: "Stiamo tirando il fiato? Neanche tanto, perché il primo tempo è stato fatto come dovevamo e poi è venuta fuori la qualità degli avversari".
Uberto Frenquellucci