Nonostante la serenità a cui ci ha abituato, Paolo Montero è affranto. A chi lo incontra nel dopogara di Padova appare evidente quanto ci tenesse al passaggio del turno. "È triste" dice, e non mente. La sua Samb non ha meritato di passare, il Padova ha confezionato almeno la grossa occasione di Kresic (su palla inattiva) ma aveva anche dalla sua una preparazione al match più lunga, maggiore esperienza e, soprattutto, due risultati a favore su tre. La sostanza, però, per Montero non cambia: "Oggi è una giornata triste ma ai ragazzi non posso dire nulla perché hanno davvero dato tutto ciò che avevano in corpo. Purtroppo è andata così e dispiace non aver dato una gioia al presidente e ai tifosi rossoblù.". Montero non mente neppure quando dice che la squadra ha dato tutto. Dopo quasi quattro mesi passati in casa, allenandosi al massimo con un po’ di workout, le articolazioni perdono quell’elasticità che solo il pallone e il campo da calcio possono regalare loro. E poi a Padova faceva caldo, molto caldo. Nonostante questo, secondo il tecnico rossoblù la Samb "se l’è giocata alla pari col Padova. Abbiamo fatto una buona partita, non abbiamo avuto tante chance di gol però è andato così. Andiamo via con il rammarico di non aver raccolto nulla ma i ragazzi hanno onorato la maglia. Quest’anno ci è capitato quasi sempre di farlo e su tutti i campi abbiamo detto la nostra. In altre occasioni l’abbiamo spuntata ma stavolta, mi dispiace, ma non ci siamo riusciti". Magari, però, il tecnico uruguaiano potrà ripartire con un altro gruppo a settembre, sempre da San Benedetto: "Per quanto riguarda il prossimo anno vedremo. Con il presidente Serafino c’eravamo ripromessi di non parlare di futuro fino a questo match proprio per concentrarci sui playoff. Ci siamo visti più volte, sia a cena che negli allenamenti ma per parlare della mia permanenza a San Benedetto c’è tempo. Oggi è una giornata triste per farlo". L’ex Juventus, comunque, non nasconde l’ottimo rapporto maturato tra lui e l’attuale presidente della Samb: "Con Serafino parliamo in spagnolo, anzi in rioplatense visto che lui è stato tanti anni in Argentina e il figlio ha anche giocato in Uruguay. Ad oggi non possiamo non ringraziarlo per averci regalato questi playoff e aver mantenuto ogni parola data. Tornerò a sedermi con lui per parlare di futuro, sì, e lo faremo davanti a una buona tazza di mate (bevanda tipica argentina e uruguagia, ndr)".
Dall’altra parte della sponda, divisi dalla distanza sicurezza imposta dal Covid, Mandorlini non nasconde la soddisfazione per il passaggio del turno: "Temevamo la Samb – dice – perché è una squadra forte, piena di ottime individualità e guidata da un tecnico di valore, capace di imprimere un’idea di calcio netta. Faccio i complimenti ai rossoblù perché ci hanno messo in difficoltà". È pur vero, però, che secondo Mandorlini il Padova ha meritato di passare il turno: "Alla fine il nostro portiere non ha fatto un intervento".