Sono entrati tutti insieme in Curva Nord poco prima del fischio iniziale. Un migliaio di Ultras che hanno fatto salire i presenti allo stadio Del Duca a oltre cinquemila spettatori rispetto ai biglietti venduti prima della decisione arrivata nella tarda serata di martedì di tornare sugli spalti. Nessuno striscione in balaustra a parte quello ‘fisso e unico autorizzato’ dei Fedelissimi di Arquata del Tronto, nessuna bandiera. Sono stati ‘catechizzati’ per qualche minuto dal lanciacori, accompagnando il tutto con una serie di applausi e poi hanno iniziato la loro stagione da ultras anche allo stadio Del Duca. Gli ultras dell’Ascoli, hanno così messo fine alla loro promessa di disertare il Del Duca fino a quando non fossero intervenuti cambiamenti societari. Cambiamenti che in realtà non ci sono stati, ma la situazione della squadra al terz’ultimo posto in classifica, necessitava di un cambio di rotta. Almeno sugli spalti. Tifo incessante con un ‘Ale, ale picchio’ e ‘Ole, ole, olà Forza Picchio’ che ha rimbombato come non si sentiva da mesi, un paio di ‘bombe carta’ di troppo che costeranno caro alla società, ma almeno la voce è arrivata forte e chiara. "Solo per la maglia, siamo qui solo per la maglia’ e poi cori contro Pulcinelli, Verdone, Righi praticamente per tutta la partita accompagnati dal ‘Via da Ascoli’ e dal ‘Società di m…’ urlato anche subito dopo lo splendido gol in controbalzo di Augusto Bando.
Un tifo vero, insomma, come si era visto già in trasferta a Ferrara, a Terni e a Pineto, ma che al Del Duca provoca sempre uno straordinario effetto. Un tifo fatto di cori, ritmati da tamburi e da battiti di mani, che per lunghi tratti ha ammutolito quello dei quattrocento supporters arrivati da Campobasso con tante belle speranze. E nella seconda parte del primo tempo sono usciti anche i bandieroni della Blackline, quello dedicato al tifoso Cheri recentemente scomparso. Quello con la scritta ‘La Regina delle Marche’ e quello tricolore con la raffigurazione della statua del pugile presente allo stadio dei Marmi a Roma con sopra la scritta Ultras 1898. Un bandierone in ricordo della coreografia fatta a marzo 2016 in occasione della sfida contro il Vicenza sopra lo striscione ‘Questo è il tempo di combattere’. All’inizio della ripresa ancora cori contro Pulcinelli e un ‘Meritiamo di più’ accompagnato dall’applauso di tutto lo stadio. Al quarto d’ora ecco lo striscione ‘Basta con questa indecenza, fuori dalle palle questa dirigenza’ e giù altre cinque bombe carta. Chiusura con insulti e minacce anche ai calciatori e a Gagliolo in particolare con il coro ‘Toglietevi le maglie’.
Valerio Rosa
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