L’Ascoli prova a risorgere dalle ceneri come l’araba fenice, ma per farlo innanzitutto dovrà battere il Campobasso (avvio alle 20.45) e spezzare quella che attualmente risulta essere una delle peggiori scie negative della storia bianconera. I pochi giorni di distanza dal pesantissimo ko di Pineto(1-0), l’ennesimo dopo quelli incassati in sequenza con Rimini (0-1), Pescara (1-2), Ternana (3-1), Perugia (0-1), di certo non hanno aiutato tecnico e squadra nel fermarsi per analizzare cosa non ha ancora una volta funzionato nell’umiliante sconfitta incassata contro la formazione abruzzese. Peggio di così le cose non possono andare, però magari contro i rossoblù sarà forse il caso di fare basta? Sette partite senza ottenere i tre punti e cinque sconfitte consecutive restano un trend per certi versi inspiegabile anche considerando gli evidenti limiti tecnici presenti all’interno dell’organico allestito dal direttore sportivo Emanuele Righi. Con gli elementi a disposizione ora toccherà a Di Carlo cercare di fornire qualche segnale di vita nonostante un elettroencefalogramma che continua ad essere piatto. Nella preparazione del match non è mancato qualche problemino per l’allenatore del Picchio che dietro potrebbe essere costretto a rimpiazzare l’acciaccato Menna adattando uno tra Adjapong e Alagna. Dagli interpreti della mediana si aspettano tutti un po’ di più in entrambe le fasi. Qui per non cercare di prestare il fianco ad un avversario tenace e aggressivo si andrà verso la scelta di una linea particolarmente densa di uomini. Davanti infine l’obiettivo sarà quello di riuscire a mettere Corazza nelle condizioni di poter colpire. Da qualche gara a questa parte il centravanti non è più riuscito a lasciare il segno. Un po’ per merito dei diretti marcatori, un po’ per demerito dei compagni di squadra che non si sono mostrati capaci di servirlo nel migliore dei modi.
Intanto gli Ultras 1898 annunciano la loro presenza allo stadio: "Nel punto più basso della storia recente dell’Ascoli, mentre tutte le nostre richieste vengono disattese, la società si sgretola, i nostri occhi ci implorano di non assistere a simili risultati indecorosi, il cuore, ancora una volta ci chiede un sacrificio: in assenza di una società dimostriamo una differenza di comportamento, di spirito, di stirpe.
Ricreiamo l’ambiente Ascoli, quello vero, sanguigno, passionale, a cui sentiamo di appartenere. Quello che non si sente rappresentato da buffoni e traditori, avventurieri improvvisati e farabutti. Noi siamo ben altro" concludono.
Massimiliano Mariotti
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