La cura Di Carlo pare proprio non funzionare affatto. L’Ascoli è attualmente incapace di reagire e sovvertire il drammatico andamento che attualmente ha visto la squadra partorire il peggior trend dell’ultracentenaria storia del Picchio. Purtroppo però a contribuire ad un risultato così tremendo è stato anche un profilo esperto e quotato come quello dell’attuale allenatore bianconero.
Un nome sul quale un po’ tutti, società in primis, avevano riposto le proprie speranze confidando di riuscire a risollevare le sorti di un gruppo che, invece, continua a confermare le abnormi difficoltà nel duellare sia con squadre più ambiziose che con quelle più modeste e costruite per raggiungere la salvezza. Il punto portato a casa mercoledì sera contro il Campobasso (1-1) ha permesso a Di Carlo di spezzare un avvio che prima dello scontro con i rossoblù lo aveva visto inanellare ben quattro sconfitte su quattro (Pescara, Ternana, Perugia e la più umiliante a Pineto). Ma il misero bottino fatto registrare nell’ultima uscita non ha potuto consentire neppure minimamente la possibilità di voltare pagina rispetto al disastro assoluto prodotto nelle settimane precedenti. La sua esperienza ascolana è partita malissimo e quello che Di Carlo sta ottenendo dal rettangolo verde con gli uomini a disposizione, ad oggi, è simile al flop colossale fatto registrare da Delio Rossi nel mese di dicembre del 2020.
In quel caso, il tecnico scelto per rimpiazzare Bertotto partì malissimo perdendo in casa anche lui contro il Pescara (0-2). A seguire le cose si svilupparono anche peggio con un solo punto ottenuto in sei incontri. Inevitabile quindi l’ennesimo avvicendamento che poi spalancò le porte all’arrivo di Sottil. Quella messa in campo da Di Carlo col Campobasso è stata ancora una squadra mentalmente debole e poco determinata nel cercare di fare propri i duelli e gli episodi dell’incontro. Fin dalle prime battute infatti si era subito intravista la solita incapacità nel tenere la palla tra i piedi per poi provare a sviluppare un determinato fraseggio. Eppure la dea bendata stavolta aveva permesso di passare avanti con Bando al primo tiro in porta, ma poi con l’evolversi dell’incontro l’Ascoli è tornato a fare i conti con la realtà e tutti i propri limiti. E così per la formazione di Bragli è stato facile riprendere in pugno la gara rimettendo il risultato in equilibrio.
Prosegue il momento no di Corazza, non pervenuto anche nel corso dell’ultima partita. Il suo digiuno sta pesando come un macigno, anche per merito delle retroguardie avversarie, e ora il Picchio senza i suoi gol rischia di pescare in un sacchetto apparentemente vuoto. In questo momento nessuno degli altri attaccanti si stanno mostrando in grado di incidere a livello realizzativo. E senza reti dagli elementi offensivi è difficile ipotizzare una risalita della classifica.
Massimiliano Mariotti
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