Comunanza, 12 dicembre 2024 – Un Natale diverso, quello che vivranno i lavoratori della Beko che rischiano il posto di lavoro: oltre 700 nelle Marche, 320 dei quali a Comunanza. Festività da trascorrere con un velo di tristezza nel cuore e con tanta preoccupazione per un futuro occupazionale che si preannuncia ancora incerto. Prima di un mese, infatti, non ci saranno ulteriori novità, dopo che la multinazionale ha preso tempo, al termine del vertice di martedì scorso al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Per ora la chiusura dello stabilimento comunanzese (oltre al ridimensionamento del personale nella sede fabrianese) è stata confermata dall’azienda, che però è stata messa alle strette dal ministro Adolfo Urso, il quale ha minacciato di applicare le sanzioni previste dalla golden power qualora la Beko non dovesse tornare, a metà gennaio, con un piano diverso che possa salvaguardare i posti di lavoro. Tante le reazioni scaturite dal tavolo di martedì, ovviamente bipartisan, anche se dal centrosinistrae dai grillini viene chiesto al Governo di non temporeggiare troppo.
“L’atteggiamento di Beko è irricevibile – commenta, ad esempio, l’onorevole Giorgio Fede, del Movimento Cinque Stelle –. Con lo stop al plant di Comunanza nelle Marche, oltre a quello di Siena e Cassinetta, si mette in atto un’autentica ‘macelleria sociale’, con quasi duemila lavoratori che ad anno nuovo saranno a spasso. E’ chiaro che Urso, che ha detto di voler concedere un tempo supplementare all’azienda, deve passare subito alle maniere forti. E se necessario, calare subito la mannaia della golden power. Lo stabilimento di Comunanza insiste su un’area a grandissimo rischio spopolamento: se dovesse chiudere i battenti, quel territorio diventerebbe una steppa disabitata. Parallelamente, magari, sarebbe bene che il governo Meloni iniziasse a dirci come intende affrontare il tracollo della nostra industria – conclude Fede –, che dura ormai da venti mesi consecutivi, con un calo della produzione che non sembra aver fine. Perché avanti così, certe vertenze rischiano di moltiplicarsi”.
“Una posizione totalmente inaccettabile – gli fa eco Augusto Curti, deputato del Pd –, che continueremo a respingere con forza, promuovendo la massima unità. Alla luce della dichiarazione di Beko, secondo la quale questo piano spregiudicato rispetterebbe le prescrizioni della golden power, chiediamo al ministro Urso un atto di definitiva chiarezza, fornendo allo strumento immediata esecutività. Continuo a ribadire la necessità di elaborare strumenti normativi specifici – conclude l’ex sindaco di Force –, a favore delle aziende insediate presso le aree interne, che siano in grado di compensare i maggiori oneri di produzione”.
A metà gennaio, dunque, il nuovo vertice a Roma. Intanto, ieri si è svolta l’assemblea nello stabilimento di Comunanza, con i rappresentanti sindacali che hanno illustrato la situazione ai lavoratori.