REDAZIONE ASCOLI

Wick e il maxi risarcimento: "Dall’Asur nessuna prova"

Le motivazioni dei giudici sulla condanna a risarcire la famiglia di una delle ospiti della Rsa: "Inadempimento contrattuale da parte dell’azienda".

L’infermiere accusato di pluriomicidio e poi assolto Leopoldo Wick

L’infermiere accusato di pluriomicidio e poi assolto Leopoldo Wick

"L’Asur Marche non ha fornito alcuna prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno, apparendo anzi nei propri atti incerta se considerare inesistente l’illecito penale dell’infermiere Leopoldo Wick". E’ un passo della sentenza del giudice del tribunale civile di Ascoli Francesca Sirianni che ha condannato l’Asur delle Marche a risarcire di complessivi 560.000 euro (più interessi) i familiari di Lucia Bartolomei, una delle ospiti della Rsa di Offida, della cui morte è stato accusato l’infermiere ascolano che in sede penale dovrà affrontare un nuovo processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia. Al di là dei fatti specificamente imputabili o meno a Wick, secondo il giudice Sirianni il decesso di Lucia Bartolomei risulta essere avvenuto per intossicazione acuta da promazina, "circostanza – scrive in sentenza – che di per sé denota un inadempimento contrattuale delle prestazioni sanitarie che la Rsa di Offida era tenuta a garantire per mezzo del proprio personale". L’Asur Marche aveva chiesto la sospensione del procedimento civile in attesa della definizione di quello penale, ma il giudice ha comunque emesso la sentenza spiegando che "sebbene l’azione civile sia stata esercitata dopo l’emissione della sentenza penale di primo grado, la stessa è stata esercitata non nei confronti dell’imputato, bensì nei confronti di Asur Marche, qualificabile quale responsabile civile". L’esito del processo penale a carico di Leopoldo Wick non ha avuto efficacia sulla causa volta ad ottenere un risarcimento davanti al tribunale civile di Ascoli in quanto i familiari della Bartolomei, assistiti dall’avvocato Matteo Mion, non si sono costituiti parte civile nel processo penale. Durante i tre gradi di giudizio affrontati da Wick, accusa e difesa si sono battute sull’utilizzabilità degli accertamenti tecnici irripetibili. "Una volta prodotti nel processo civile – è il convincimento del giudice Sirianni - sono soggetti alle regole del rito civile sull’acquisizione della prova. Può ritenersi pacifico il principio per cui il giudice di merito può utilizzare, per la formazione del proprio convincimento, anche le prove raccolte in un diverso processo, svoltosi tra le stesse o altre parti, una volta che le suddette prove siano acquisite al giudizio della cui cognizione è investito e sulle medesime sia stato consentito il contraddittorio".

Peppe Ercoli