Conoscerà la sua sorte il prossimo 7 maggio il 61enne ascolano finito in carcere il 10 dicembre 2022 perché accusato di aver sottoposto ad abusi sessuali fra il 2014 e il 2016 una ragazzina che all’epoca aveva fra 13 e 16 anni, ed era dunque minorenne. Difeso dagli avvocati Nazario Agostini e Alessandra Ancona, l’uomo comparirà davanti al giudice delle udienze preliminari Barbara Caponetti che dovrà decidere se rinviarlo a giudizio, così come chiede la Procura di Ascoli che vorrebbe processare anche la madre della ragazzina. Sia la donna, difesa dall’avvocato Gionni, valuteranno nel frattempo se chiedere quel giorno un processo con riti alternativi per ottenere uno sconto di pena. Nell’udienza di ieri il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile della vittima che, assistita dall’avvocato Anthony Tranquilli, chiederà il risarcimento solo all’uomo e non a sua madre. Entrambi sono accusati in concorso di violenza sessuale aggravata su minore.
All’uomo la Procura di Ascoli contesta anche l’accusa di stalking nei confronti della minorenne. Secondo la magistratura ascolana, la madre della ragazzina avrebbe in qualche modo favorito, quantomeno non vigilando adeguatamente, gli incontri fra la figlia e l’amico di famiglia al quale la minorenne veniva spesso affidata e col quale la donna avrebbe precedentemente avuto una relazione. L’uomo la accompagnava a scuola, ma anche a sfilate di moda, rivestendo il ruolo di una sorta di manager. In queste occasioni il 61enne avrebbe fatto pressioni sulla giovane per ottenere favori sessuali. Lo avrebbe fatto mostrandole fotografie della madre dal contenuto molto intimo minacciando di divulgarle, di farle vedere innanzitutto al padre, mettendo quindi a rischio il matrimonio e la famiglia. Alla luce di ciò la ragazzina avrebbe acconsentito a concedere favori a sfondo sessuale all’amico di famiglia in epoche in cui la stessa aveva meno di 14 e, successivamente, meno di 16 anni, approfittando del fatto che la giovane gli era stata affidata. Secondo l’accusa, la madre avrebbe affidato la figlia all’uomo consapevole "dell’interesse sessuale di lui nei confronti della ragazzina e dei rapporti sessuali tenuti". Alla luce di ciò la donna avrebbe quindi omesso di tutelare la figlia impedendole di frequentare il 61enne e non avrebbe denunciato quanto accadeva alle autorità competenti.
Peppe Ercoli