"Una statua vicino papà?. No, meglio al Del Duca"

Antonella Rozzi: "Iniziative da diversificare, meglio in un ambiente sportivo"

"Una statua vicino papà?. No, meglio al Del Duca"

Antonella Rozzi allo stadio

"Di Carlo Mazzone ho un grandissimo rispetto. Ha fatto il bene dell’Ascoli come mio padre ed è stato un grande uomo di sport. Credo però che le iniziative con al centro loro due debbano essere diversificate, considerando i ruoli che hanno avuto all’interno del club". Lo dice decisa Antonella Rozzi, la figlia del ‘presidentissimo’ Costantino. Lo fa commentando l’ipotesi, lanciata da un tifoso bianconero, di istituire una statua simile a quella di suo padre ai giardini pubblici di Corso Vittorio Emanuele. "Mio padre — sottolinea — è stato un grande imprenditore per tutta la città e ha avuto dipendenti con cui aveva un rapporto diretto. Per questo sotto la sua statua abbiamo messo la targa ‘Cavaliere del lavoro’, prima di ‘Presidente dell’Ascoli Calcio’". La donna capisce "l’ondata emotiva delle persone, dato che la scomparsa di Mazzone è fresca e siamo solo a un anno dalla sua morte, ma bisognerebbe differenziare le cose — spiega — L’Amministrazione comunale può valutare tutto, non mi metterò contro nessuna iniziativa dedicata a Carlo, credo però che debba essere legata esclusivamente a un ambiente di sport".

Due statue sulla stessa panca "non ne avrebbero il senso considerati i loro ruoli — aggiunge Rozzi — Al limite ne metterei una di fianco o, piuttosto, la farei a due passi dal Del Duca, essendo stato Mazzone un vero uomo di campo". Proprio dove all’ex allenatore è stata dedicata la tribuna centrale, così come prossimamente il piazzale antistante, dove è presente la targa dedicata a Rozzi. Alla domanda se sia giusto in futuro dedicare lo stadio a Costantino, la risposta di sua figlia è chiara: "Ha amato il club, finanziato l’Ascoli per 25 anni, fino alla morte, non sarebbe una cattiva idea". La realtà però è che al ‘presidentissimo’ verrà dedicata la nuova curva sud quando sarà completata. E intanto i tempi di Rozzi e Mazzone non torneranno più: "È certo — replica ancora Antonella — era un’Italia e un calcio diversi. C’era forse anche un’educazione differente. Non c’erano i social e la gente parlava con mio papà per strada. C’era un senso del valore e del rispetto della persona che probabilmente oggi non ci sono più. Costantino, ripeto, aveva un rapporto diretto con le persone, anche con quelle che non conosceva e che lo fermavano per strada. Li sapeva ascoltare, a tratti anche accontentare. Tutto ciò non toglie comunque che il fatto che chiunque sia libero di proporre le proprie iniziative, anche su un social". Un rappresentante della famiglia Mazzone, sentito telefonicamente, ha preferito non commentare l’iniziativa, lasciando che sia il sindaco Marco Fioravanti e la sua Giunta a prendere le decisioni per il bene della città.

l.p.