REDAZIONE ASCOLI

"Una protesta strumentalizzata"

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La manifestazione di domenica ha spostato il dibattito anche sul fronte politico, visto l’epilogo della serata col ’contatto’ tra una piccola parte del corteo e le forze dell’ordine che ha generato inevitabili reazioni e commenti. Dall’opposizione è stato il capogruppo del Partito Democratico, Francesco Ameli, a dire la sua: "Da quanto mi è stato riferito, alla manifestazione statica erano presenti diverse persone estranee alla situazione che si è venuta a generare successivamente che si sono allontanate appena il corteo si è messo in movimento. Di certo, non si possono giustificare manifestazioni non autorizzate, tanto più in un momento di pandemia come quello che stiamo vivendo: un conto è manifestare legittimamente e pacificamente e un altro è infrangere le leggi e le norme con azioni anche potenzialmente rischiose per la diffusione del virus. Proprio per questo non può essere lasciato spazio a proteste organizzate da un sottobosco di estrema destra con il solo fine di sabotare le istituzioni statali. Al sindaco l’onere di lavorare per tenere unita Ascoli, senza creare divisioni, togliendosi la casacca di partito per chiedere risorse certe e immediate a Regione e Governo. Inoltre sono convinto che in questa fase occorra un impegno del Comune sulla trasparenza dei dati relativi ai positivi e ai nuovi contagi in città". Emidio Nardini di Ascolto & Partecipazione ha detto che "quella che era una legittima manifestazione di commercianti è stata poi strumentalizzata da una parte: fa strano sentire gridare la parola ‘libertà’ da questi soggetti, che si identificano invece con la negazione della libertà. L’aspetto più importante è la salvaguardia della salute, iniziative di facinorosi che non rispettano le regole non servono. Una manifestazione non autorizzata non si può fare, è una violenza contro il civismo". Il sindaco Marco Fioravanti non è entrato nel merito di quanto accaduto domenica sera, ma ha ribadito "la vicinanza alle attività in questo momento difficile per cercare di chiedere la modifica del Dpcm e altre misure concrete. Ora dobbiamo essere una comunità e quindi dobbiamo evitare di dividere le persone: il problema più grande è il virus, dobbiamo collaborare".