Una botta tremenda. Quella mattina di paura

Molti già dormivano in auto, 8 anni fa, a causa della tragedia causata dal sisma di agosto e dalla lunga scia di scosse successiva: fu una fortuna.

Il 30 ottobre 2016 era una domenica. C’era uno splendido sole al mattino presto. Il territorio ferito dal terremoto del 24 agosto, che aveva seminato morte e distruzione, stava cercando di rialzarsi, con grande fatica. Ma quella mattina arrivò la "mazzata". Una terribile scossa poco prima delle 8 di magnitudo 6,5. Una cosa tremenda che fece saltare dal letto chi ancora dormiva, anche se un po’ tutti all’epoca si andava a letto chiudendo un solo occhio e con lo zainetto pronto sull’uscio di casa, per fuggire in caso di scosse forti. Paradossalmente nelle zone terremotate interne, da Acquasanta fino ad Arquata, la "fortuna" è stata che qualche giorno prima, il 26 ottobre, ci furono due scosse molto forti, una alle 19,11 di 5.4 gradi di magnitudo e l’altra alle 21,18 ancora più forte, 5.9. Due "botte" talmente forti che la maggior parte della gente dei Sibillini decise di abbandonare le proprie case temendo che la scia sismica non fosse terminata e che, anzi, potesse arrivare un terremoto ancora più forte. Anche ad Ascoli molti dormivano in auto, nei parcheggi dello stadio o al cimitero: comunque all’aperto. Nonostante ciò, la voglia di ripartire e di vivere ad Arquata era tanta e si cercò comunque di organizzare la tradizionale sagra Marrone che Passione, in programma l’ultimo fine settimana di ottobre. Il compianto sindaco Aleandro Petrucci partecipò il sabato alla riunione organizzativa col suo vice Michele Franchi, l’attuale primo cittadino di Arquata. La festa fu confermata, anche perché si sperava che le due scosse di qualche giorno prima fossero state l’apice della sequenza sismica. Non fu così. Il 30 ottobre, alle 7:40 ci fu la scossa di magnitudo 6.5 (inizialmente valutata in 7.1), percepita in gran parte d’Italia, fino in Austria (Salisburgo e Carinzia) e sulle coste balcaniche, risultando la più forte scossa di terremoto in Italia dal sisma dell’Irpinia del 1980. Una cosa tremenda, come testimoniarono anche alcuni video di quegli interminabili secondi. "Il sisma – si legge su Wikipedia – ha provocato uno spostamento di due lobi: uno verso est di 40 cm nell’area di Montegallo e l’altro verso ovest di 30 cm nella zona di Norcia. La scossa del 30 ottobre ha prodotto non trascurabili effetti idrogeologici nella zona". Ad esempio la portata del fiume Nera notevolmente aumentata, e quella dell’acquedotto di Pescara del Tronto, invece, notevolmente diminuita, con effetti negativi tuttora presenti.

Peppe Ercoli