MARA GRAZIA LAPPA
Cronaca

Il figlio falciato da ubriaco: “Ben venga il pugno duro nel nuovo codice della strada”

Luigi Corradetti è il papà di uno dei quattro angeli di Appignano, uccisi 17 anni fa: “Ok alle pene severe ma servono controlli. Bisogna far rispettare le norme altrimenti è inutile”

Un dolore lungo 17 anni: "Ubriaco uccise i ragazzi, ben venga il pugno duro"

Luigi Corradetti, papà di Davide, morto a 16 anni nella strage di Appignano: "Ok alle pene severe ma servono controlli. Bisogna far rispettare le norme altrimenti è inutile".

Ascoli, 26 novembre 2024 – Con il nuovo codice della strada saranno inasprite le pene per chi viaggia ubriaco. Non vengono ritoccati i limiti alcolemici, ma si inaspriscono le sanzioni per chi venisse trovato alla guida con valori superiori a quelli consentiti. Tra queste figura l’obbligo di installazione del dispositivo alcolock, sistema collegato al motore dell’auto, che ne impedisce l’avviamento in caso di tasso alcolemico superiore a zero. E’ forse questo è il fatto più sorprendente e che suscita dibattito. Abbiamo chiesto cosa pensa di questi inasprimenti delle sanzioni a Luigi Corradetti (ex carabiniere), papà di Davide, il ragazzo di 16 anni, che perse la vita nella strage di Appignano. Quattro ragazzi dai 19 ai 15 morirono falciati da un furgone, alla guida del quale si trovava un rom, che viaggiava completamente ubriaco Marco Ahmetovic.

Corradetti, sono passati 17 lunghi anni dal quel tragico incidente, da quella tragedia che ha segnato per sempre Appignano e tutto il Piceno. Oggi si discute ancora di inasprimento delle sanzione per chi guida in stato di ebrezza, cosa ne pensa?

"Sono pienamente d’accordo, sia per quanto riguarda l’alcolock, sia per le regole per i monopattini e per tutto il resto, purtroppo temo che possiamo fare tutte le leggi che vogliamo, ma se non le facciamo rispettare tutto sarà vano. Occorrono controlli, pene severe, soprattutto per i giovani, che sembrano poco inclini al rispetto, ai consigli. Guidare per molti è una routine, al punto che iniziano a pensare di poterlo fare distratti o sotto l’effetto di sostanze, ma le conseguenze possono essere drammatiche, in poco tempo possono creare disastri, come è accaduto per i nostri ragazzi".

Una tragedia incommensurabile, ma avete avuto la forza di andare avanti e aprire la strada per l’omicidio stradale, lo rifarebbe?

"Certamente, anche se tutto questo non mi restituisce mio figlio. Dopo l’incidente non ci siamo dati pace. E’ stato faticoso, doloroso partecipare a trasmissioni, manifestazioni, ma volevamo giustizia per i nostri figli".

A causa di ubriachi al volante si continua a morire?

"Temo, che nonostante le nuove leggi si continuerà a morire, non c’è coscienza, la percezione di ciò che si può provocare, il dolore che si può infliggere, chi assume queste sostanze sa che può fare del male. Ahmetovic ha ottenuto sei anni, sei mesi e 20 giorni per la morte di quattro bravi giovani, che cosa sono? Niente. Ha tutta la vita davanti, a noi resta solo il dolore".

Cosa prova dopo 17 anni?

"Il tempo per me non è passato. Quando torno a casa lo cerco. Mi manca il suo sorriso, i suoi occhi, la sua gioia, a volte mi piace pensare che sia qui con noi. La vita scorre, tutto è cambiato, i suoi amici sono cresciuti e si sono fatti una vita, io sono qui che mi chiedo: chissà cosa avrebbe fatto il mio Davide, si sarebbe sposato? Quale progetto per lui? Il tempo passa, ma il dolore resta immutato, lacerante. Il cuore non si rassegna alla mancanza, purtroppo per quattro famiglie ad Appignano restano le lacrime e la disperazione".