Chiesa gremita per l’ultimo saluto a Massimiliano Galletti, 59 anni, ucciso da una granata in Ucraina. Il sambenedettese è deceduto il 28 ottobre nell’ospedale di Kiev dopo un mese di coma. Cordoglio e dolore composto con tanta gente che si è stretta ai familiari della vittima, la moglie Donatella, la figlia Aurora, la madre Vittoria, le sorelle Marzia e Alessandra. In chiesa il vice sindaco Capriotti e l’ex sindaco Pasqualino Piunti. Momenti di commozione anche per il parroco della cattedrale don Romualdo Scarponi che ha concelebrato la funzione religiosa. "La guerra è sempre una sconfitta, che porta morte, distruzione e miseria. La guerra è una pazzia e tanti innocenti stanno pagando con la vita. Il nostro fratello si è lasciato guidare dall’amore verso gli altri, coloro che hanno più bisogno. E’ partito per donare la sua mano all’aiuto per coloro che vivono sotto la paura della guerra e sotto i bombardamenti". Poi don Romulado si è rivolto alla figlia Aurora: "Grazie di quello che mi ha detto – si commuove il parroco – Papà mi ha insegnato che chi ama è un eroe e l’ha dimostrato partendo di persona. Tuo papà ha incontrato Gesù nei fratelli colpiti dalla guerra, ha donato il suo cuore". Al termine del rito funebre un’amica di famiglia ha ricordato la figura di Massimiliano "Un uomo buono e un amico insostituibile sempre guidato dal desiderio di aiutare il prossimo. Voleva rendere il mondo un posto migliore. Un marito attento, un padre amorevole, un punto fermo, un esempio per la sua adorata figlia Aurora con cui aveva un legame speciale fatto di fiducia, comprensione e dolcezza. Un padre che sapeva amare, insegnare i valori della vita e il rispetto per la natura. Dedicava il suo tempo a chi aveva bisogno Ogni operazione di ricerca di persone scomparse, era per lui una nuova occasione per mettersi al servizio degli altri, per riportare speranza alle famiglie in difficoltà". Poi un ultimo pensiero al forte legame fra Massimiliano e il suo cane Byron.
Al termine del rito funebre, fuori della Chiesa ha parlato l’avvocato della famiglia Carla Tiboni del foro di Pescara. Il legale ha evidenziato il lavoro straordinario dell’Ambasciata italiana a Kiev per consentire il rientro della salma. "I video che sono circolati per noi non hanno alcuna validità – afferma Tiboni - Noi siamo fermi all’attività che il Galletti è andato a svolgere, di assistenza con i cani molecolari che in tempo di guerra sono necessari per la ricerca di morti e di feriti. Ora dovrà essere svolto un lavoro con le autorità dell’Ucraina per avere maggiori informazioni, anche perché la famiglia per oltre 20 giorni non ha avuto notizie del congiunto. Ci sono diversi aspetti che vorremmo chiarire anche per maggiore serenità della famiglia". Marcello Iezzi