Non appena le condizioni di salute lo consentiranno, Massimo Malavolta verrà rinchiuso nel carcere di Marino. Così ha stabilito ieri il giudice delle indagini preliminari Annalisa Giusti accogliendo la richiesta della Procura. Respinta invece l’istanza dell’avvocato difensore Saveria Tarquini, che, alla luce dei problemi psichici di cui l’uomo soffrirebbe da tempo, ha chiesto che fosse disposto il suo trasferimento in una struttura sanitaria idonea. A supporto della richiesta la legale ascolana ha prodotto una perizia redatta a suo tempo dalla dottoressa Orsolini, afferente al caso di stalking di cui il 48enne di origini sambenedettese è stato accusato e condannato diversi anni fa.
L’avvocato Tarquini ha anche chiesto che la Procura disponga una perizia psichiatrica per Massimo Malavolta; in caso contrario sarà lei stessa a chiedere che venga effettuata in sede di incidente probatorio. Ieri mattina l’uomo non era presente al tribunale per l’udienza di convalida dell’arresto. "I medici dell’ospedale Mazzoni non lo hanno ritenuto trasportabile" spiega Tarquini che nel pomeriggio ha incontrato Malavolta nella stanza del reparto di rianimazione dove è piantonato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela. "E’ molto confuso. Del fatto in sé non ha parlato, mi ha detto solo che sta male. Come mi hanno confermato i medici non è in grado al momento di sostenere un interrogatorio" ha detto Tarquini. Nel pomeriggio la penalista è tornata al Mazzoni per l’ispezione effettuata dai medici legali Sabina Canestrari e Francesco Brandimarti che in mattinata hanno effettuato l’autopsia sul corpo di Emanuela Massicci.
L’obiettivo era quello di valutare segni suol corpo di Malavolta, con particolare attenzione alle mani così da verificare la presenza di segni riconducibili ai colpi violenti che l’uomo ha scaricato sulla moglie durante l’aggressione caratterizzata da una cieca ferocia. Al termine dell’udienza di convalida dell’arresto la giudice Giusti ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Malavolta, sottolineando nelle cinque pagine che la compongono i gravi indizi di colpevolezza e l’estrema pericolosità dell’indagato la cui propensione alla violenza rende concreto – anche a parere della Procura – il pericolo che possa compiere ulteriori aggressioni. Per Giusti la custodia in carcere è la sola misura cautelare idonea a contemperare le esigenze di prevenzione sociale, così come è fondamentale il piantonamento del paziente, fino a quando sarà ricoverato in ospedale.
Peppe Ercoli