GIUSEPPE DI MARCO
Cronaca

Torna la Corazzata Potemkin con pianoforte dal vivo in sala

L’idea del cineforum. Buster Keaton. per festeggiare. il 25 Aprile.

L’idea del cineforum. Buster Keaton. per festeggiare. il 25 Aprile.

L’idea del cineforum. Buster Keaton. per festeggiare. il 25 Aprile.

Ottant’anni dalla Liberazione dal nazifascismo, cento dall’uscita in sala de ‘La corazzata Potemkin’: il film con cui il Cineforum ‘Buster Keaton’ ha deciso di omaggiare il 25 Aprile. Proprio quella pellicola, oggetto della battuta di Fantozzi che più è stata equivocata dal popolo italiano. Un popolo che il cinema, forse, dovrebbe tornare a studiarlo.

Il prezioso invito di oggi, per entrare in questo fantastico mondo, è rappresentato dall’iniziativa del ‘Buster Keaton’, presieduto dal vulcanico Giampiero Paoletti: proiettare ‘La corazzata’ con accompagnamento pianistico dal vivo, eseguito dal maestro Rossella Spinosa. Un evento che sarà il clou per il sesto ciclo della stagione 2024-2025. Non un semplice tuffo nel passato, ma una potente esperienza di cinema, che andrà in scena al ‘Concordia’ mercoledì 30 aprile alle 21.15.

"La scelta di questa iniziativa – spiega Paoletti - è nata dalla volontà di celebrare il centenario di uno dei film che più ha rivoluzionato la storia di questa forma d’arte, con le soluzioni di montaggio ideate da Ejzenstejn che hanno inventato quasi tutto il cinema a seguire". Si tratta del secondo lungometraggio del geniale regista, girato a pochi mesi dal suo primo grande capolavoro, ‘Sciopero!’. "Negli anni ’70 siamo cresciuti con questa immensa pellicola, pregna di immagini uniche che hanno raccontato la rivolta russa del 1905 – continua Paoletti – Un’opera che è stata un punto di riferimento per tutti, anche per Luciano Salce, il quale voleva semplicemente ironizzare su certe figure della nostra società. ‘Fantozzi’ – continua Paoletti – voleva dire che il cinema è anche divertimento, e su questo non ci piove. Però non deve mai dimenticare l’arte: l’arte che ti sconvolge e che ti lascia qualcosa dentro per sempre".

È in questo senso che si innesta l’ambiziosa missione del cineforum rivierasco: far conoscere alla più ampia platea possibile il cinema e il suo tempo, la grande avventura dell’arte che risveglia lo spirito critico. "Dopo il Covid – dice ancora il presidente – tutti noi temevamo la riapertura delle sale, perché avevamo paura che la gente ormai si fosse abituata a vedere i film in casa, e a considerare il cinema un luogo costoso e scomodo da raggiungere. Per fortuna non è andata così: oggi registriamo un gran desiderio di tornare in sala. Speriamo che qualcuno se ne accorga, perché l’Italia ha bisogno di tornare a produrre film".

Già, ma come confrontarsi con le piattaforme? "Bisogna rivedere il modello culturale, il cinema che funziona di più è quello piccolo, dove le persone tornano ad assaporare la socialità, a scoprire e poi discutere. Noi puntiamo su questo, riusciamo a totalizzare un pubblico di circa 200 spettatori".