REDAZIONE ASCOLI

Telefona ai carabinieri per salvarsi dal fidanzato violento della madre

I due vivevano da qualche tempo con l’uomo che li picchiava e li minacciava di morte

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Di maltrattamenti, minaccia e percosse è stato riconosciuto colpevole un 45enne rumeno residente ad Ascoli che ha gravemente vessato la sua compagna ed il figlio che la donna aveva avuto da una precedente relazione. Il processo a suo carico è terminato con la condanna dell’imputato a sei mesi e 10 giorni di reclusione. Le due vittime di questa situazione, madre e figlio, durante il dibattimento sono comparse davanti al giudice Domizia Proietti per raccontare quanto è avvenuto nel 2021 quando la situazione, dopo essersi trascinata per un po’ di tempo, è precipitata. I due convivevano da qualche tempo, ma il rapporto man mano si è deteriorato fino a quando la situazione si è pericolosamente aggravata, stando almeno a quanto la donna ha messo nero su bianco in denuncia e che ieri ha sostanzialmente confermato in tribunale, accusa apertamente di una serie di episodi gravi l’uomo che nel processo a suo carico è difeso dall’avvocatessa Rita Occhiochiuso. L’episodio più grave riferito dalla donna ascolana al giudice Proietti risale al 16 maggio del 2021 quando avvenne una furiosa lite che ha coinvolto il rumeno, la donna e il figlio minorenne di lei. "Ti ammazzo, anzi non ammazzo te ma tuo figlio; a te ti lascio". Proferendo altre frasi minacciose quel giorno le puntò al collo un coltello da cucina, afferrandola poi per la gola, presente il figlio minorenne. Già in precedenza erano avvenute liti simili con gravi minacce dell’extracomunitario tanto che il figlio di lei era intervenuto in difesa della mamma che vedeva in difficoltà. L’imputato però anche con lui se l’è presa, incurante della giovane età. "Io ti ammazzo di botte se chiami i carabinieri, ti ammazzo subito; prima che arrivino tu sei già morto" avrebbe detto al ragazzino che si era schierato con la madre. Ma il giovane la telefonata ai carabinieri la fece lo stesso. Un clima invivibile che ha spinto la donna a denunciare il convivente, non solo per tutelare sé stessa, ma soprattutto il figlio che vedeva in grave pericolo vista la condotta del rumeno che è finito sotto processo. L’uomo è anche gravato dal divieto di avvicinare la sua ex e il figlio di lei.

Peppe Ercoli