Ascoli, 6 maggio 2022 - Un caos assoluto, anche e soprattutto nei paesi colpiti dal terremoto. È quanto provocato dal ‘superbonus 110’. Molte imprese, infatti, hanno preferito aggiudicarsi i lavori di ristrutturazione previsti nell’ambito di tale misura, piuttosto che quelli relativi alla ricostruzione post sisma. E la conseguenza, al momento, è doppiamente paradossale: da un lato, infatti, come anticipato anche sul Carlino di ieri, le ditte non riescono a ottenere credito dalle banche per portare a compimento i cantieri già avviati con il ‘110’, mentre dall’altro non si trovano imprese per i lavori nelle aree del sisma, proprio perché le stesse sono impegnate con il superbonus. Insomma, una situazione assurda, che penalizza tutti. "Il superbonus ha distolto l’attenzione delle ditte dai cantieri del sisma e non mi stanco di ripeterlo – conferma Michele Franchi, sindaco di Arquata –. Il prezziario, inizialmente, era migliore e, comprensibilmente, le imprese hanno preferito questi lavori a quelli da intraprendere invece nelle nostre zone. Insomma, più che un bonus è stata un’arma a doppio taglio, che ha ferito tutti".
"In questo momento storico, nel quale era finalmente partita la ricostruzione, attivare dei bonus su fabbricati che non necessitavano di grossi interventi è stato un grande errore – prosegue Sante Stangoni, sindaco di Acquasanta –. Infatti, le ditte sono sempre le stesse e quelle che lavoravano alla ricostruzione post sisma si sono ritrovate con una mole di lavoro in più da svolgere. Di conseguenza, i cantieri vanno a singhiozzo. Noi, nel nostro comune, ne abbiamo oltre 150 aperti, ma le ditte lavorano a rilento. Era così complicato far partire gli interventi sugli edifici agibili, con il superbonus, fra qualche anno? Quando, appunto, la ricostruzione post sisma avrebbe già compiuto un bel passo avanti. In questo modo ci troviamo tutti in difficoltà, sia i Comuni che le ditte. E i più penalizzati, come sempre, sono i cittadini. Da sei anni – conclude Stangoni – chiedo solo una cosa: perché, quando si devono prendere decisioni importanti, non ci si riunisce per discuterne tutti insieme?".
Dello stesso parere anche Amedeo Lupi, sindaco di Force. "Nel nostro territorio i cantieri del ‘110’ non sono partiti per niente – conferma il primo cittadino – perché le imprese non riescono a dare disponibilità. Per la ricostruzione post sisma, invece, i lavori vanno avanti ma è evidente che difficilmente, vista la situazione, verranno appaltati nuovi interventi". "I lavori sono tanti e le ditte fanno quello che possono – aggiunge il sindaco di Castignano, Fabio Polini–. Il problema è che in questo momento viviamo in una bolla speculativa, sotto tutti i punti di vista. E ci rimette la popolazione".