MARCELLO IEZZI
Cronaca

La tragedia di Stefania Camela in diretta tv

Il compagno e il suo avvocato hanno ripercorso le tappe, dall’intervento alla morte della 47enne dipendente del Comune di San Bendetto

Stefania Camela, 47 anni, morta due giorni dopo l'intervento al naso. Era dipendente del comune di San Benedetto

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San Benedetto (Ascoli), 11 gennaio 2023 – Il tragico caso di Stefania Camela, 47 anni, dipendente del comune di San Benedetto, morta due giorni dopo un intervento al naso, è approdato su Rai 2. Il compagno Michele Sibillo e l’avvocato Dario Alessio Sobillo hanno raccontato la storia della donna, i tragici momenti del malore e gli sviluppi giudiziari che sono in corso. Non sono stati aggiunti particolari nuovi sulla vicenda, ma il racconto davanti a un vasto pubblico televisivo serve a tenere accesi i riflettori sul caso che vede indagati il medico otorino che ha eseguito l’intervento e il medico anestesista.

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Michele ha raccontato come la sua compagna non avesse mai avuto problemi di salute, donna sportiva, in ottima forma, attenta all’alimentazione e agli acquisti che faceva. Poi ha raccontato che Stefania si era sottoposta all’intervento per riparare un danno subito in un incidente da bambina e che aveva difficoltà a respirare per via del setto nasale deviato e che, quindi, aveva bisogno di riaprire i turbinati.

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"Il medico le garantì un intervento con tecnica chiusa, senza scollamento del naso, senza utilizzo di tamponi dolorosissimi e senza anestesia generale, che erano le paure di Stefania – ha raccontato il compagno Michele –. Lei fece una ricerca approfondita di varie strutture a livello nazionale e alla fine scelse la clinica milanese il cui otorino la convinse più degli altri. Durante l’incontro preparatorio per l’intervento, Stefania disse che non faceva uso di farmaci e che utilizzava un contraccettivo, ma le fu detto che non aveva alcuna rilevanza sull’intervento. Io chiesi per tre volte al medico se era necessario fare un anti coagulante e alla fine mi chiese che io dovevo continuare a fare il mio lavoro perché lui era il medico". Il conduttore ha poi preferito sorvolare sui drammatici momenti del malore e dei soccorsi ed ha chiesto cosa dissero i medici del Policlinico sulle presunte cause della morte.

"Dissero che si era trattato di una trombo embolia polmonare massiva. Subito dopo l’accaduto il medico che l’ha operata si presentò in ospedale, fece un paio di telefonate e quando arrivò l’equipe di medici che erano intervenuti su Stefania l’Otorino disse che si doveva allontanare 5 minuti e che sarebbe tornato – racconta Michele – ma poi non l’ho più visto". L’avvocato, circa il risultato dell’autopsia ha affermato che ancora non ha ricevuto il referto autoptico, ma che indicazioni fornite dal consulente di parte parlano di residui tromboembolici nelle vie polmonari e che la Procura della Repubblica di Milano ha indagato medico e anestesista movendo l’accusa di omicidio colposo. "Stefania era una donna straordinaria – ha concluso Michele –. Si affidava e si fidava del prossimo. Si è fidata di chi l’ha operata ed è giusto che chi ha sbagliato paghi".