MARCELLO IEZZI
Cronaca

Stefania Camela morta dopo l’operazione al naso, attesa autopsia: "Ma era in ottima salute"

L’avvocato della donna deceduta a Milano due giorni dopo l’intervento di routine: "Una morte così improvvisa fa sospettare elementi strani"

Ascoli, 5 dicembre 2023 – La salma di Stefania Camela, 47 anni, dipendente del comune di San Benedetto, deceduta a Milano due giorni dopo un intervento di routine al setto nasale e ai turbinati, è ancora a disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo lombardo. "Nel momento in cui abbiamo presentato l’esposto ai carabinieri di Milano, abbiamo chiesto anche l’esame autoptico per capire le cause del decesso della donna – ha affermato l’avvocato Dario Alessio Sibillo del foro di Foggia, con studio a Manfredonia – Fino a quando non avremo in mano il referto dell’esame autoptico, è difficile fare anticipazioni. Di certo una donna giovane, in ottima salute, che muore improvvisamente dopo un intervento chirurgico ci fa sospettare che qualche elemento strano possa esserci stato, ma si tratta di ipotesi per il momento".

Stefania Camela aveva 47 anni
Stefania Camela aveva 47 anni

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo e ora si attende l’accertamento tecnico sulla salma della donna che aveva deciso di sottoporsi all’intervento nella clinica privata ‘Blumar Medica’, perché le era stato garantito che l’intervento sarebbe avvenuto con anestesia senza essere intubata e senza tamponi nel naso al termine dell’operazione. Stefania aveva timore dell’anestesia, soprattutto all’idea di essere intubata. Un intervento funzionale, perché la donna aveva subito la frattura del setto nasale in un incidente quando aveva 10 anni. "Era il suo sogno – ha ricordato il compagno Michele Valerio Sobillo – Il sogno di tornare a respirare bene. Superata la paura dell’intervento era felice. Siamo stati due giorni in albergo a Milano, per superare la fase post operatoria ed abbiamo cenato, pranzato e scherzato insieme. Non vedeva l’ora di tornare a casa per concentrarsi nel nuovo incarico, nell’Ufficio di Segreteria del sindaco Antonio Spazzafumo, ratificatogli proprio venerdì, il giorno in cui è accaduta la disgrazia. Un regalo, l’ultimo ricevuto in vita, che le ha fatto il sindaco".

Sarà l’autopsia, dunque, a stabilire le cause, ma si ipotizza che possa essere stata un’embolia post operatoria. Dopo l’autopsia la Procura aprirà formalmente l’inchiesta e servirà anche per capire se davvero non sono stati impiegati anticoagulanti dopo l’intervento, come ha dichiarato il compagno Michele: "Ho chiesto al medico se Stefania doveva fare l’eparina e mi ha risposto che non era necessario". Quando la donna, rianimata in albergo dal compagno, è arrivata al Policlinico di Milano, i medici hanno fatto di tutto per salvarla ma, pare, che l’embolia avesse creato già danni irreparabili.